Nel mirino di Daniele Marchetti della Lega nord la mancanza, in molte Case della Salute emiliano-romagnole, di studi di medicina generale aperti H24. “Arrivano notizie da Casalecchio di Reno- denuncia il consigliere Ln- di un’apertura di solo 2 ore dalle 20 alle 22 e da Zola Predosa e Sasso Marconi dove il servizio di continuità assistenziale non è presente, costringendo i cittadini di questi comuni a percorrere chilometri per vedersi garantite le cure sanitarie”.
L’esponente del Carroccio porta il caso in Regione e con un’interrogazione chiede alla Giunta di occuparsi delle categorie più deboli, come bambini e anziani, e garantire le cure tramite la continuità assistenziale anche dopo le 20. I numeri delle Case della Salute, si legge nell’atto ispettivo, sono in crescita: nel 2018 sono progressivamente aumentate, passando da 42 nel 2011 a 105 a ottobre 2018; 484 medici di medicina generale hanno il proprio studio all’interno di una Casa della Salute, mentre 1.314 operano nel bacino di utenza, pari al 45% del totale in Emilia-Romagna. Stesso trend per i pediatri di libera scelta, dei quali 258 operano nel bacino di utenza delle Case della Salute, per un numero pari al 43% del totale, e 88 svolgono tutta o parte dell’attività all’interno di questo percorso. “All’interno di diverse Case della Salute è in atto una ridefinizione dei ruoli e delle attività dei medici di medicina generale- sottolinea Marchetti- che, oltre a riconoscere agli stessi un ruolo sempre più rilevante nell’organizzazione dell’assistenza, riqualifica l’assistenza primaria come attività erogata da equipe multiprofessionali e interdisciplinari.”
Per questo il consigliere leghista chiede all’esecutivo regionale se “chi ha pensato e realizzato queste Case della Salute abbia minimamente considerato le categorie più deboli (bambini e anziani)” e “cosa si stia predisponendo per garantire le cure tramite la continuità assistenziale dopo le ore 20”.
(Giulia Paltrinieri)