Sono praticamente tutti favorevoli all’obbligo del vaccino per i bimbi che si devono iscrivere al nido, i medici e i ricercatori che sono intervenuti nell’udienza conoscitiva sulla legge di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia, convocata dalla commissione Cultura scuola formazione, presieduta da Giuseppe Paruolo. Una legge complessa, composta di 38 articoli, che va ad abrogare l’attuale norma regionale ma che ha sollevato l’attenzione dell’opinione pubblica per il comma che introduce dal prossimo anno scolastico l’obbligo della vaccinazione per iscriversi ai nidi.
Contro l’obbligatorietà si schiera l’associazione Comilba onlus che rimarca l’incostituzionalità della norma proposta “che, tra l’altro, va a creare discriminazione”, dal momento che non c’è una emergenza sanitaria e che il Tribunale dei minori non ha mai avuto una linea punitiva con i genitori contrari che hanno dimostrato di avere cura dei loro bambini.
A favore invece dei vaccini, tutto il fronte dei medici e rappresentanti del mondo scientifico, nonché l’associazione Io vaccino che ha anche presentato una petizione di 35 mila firme di cittadini favorevoli all’obbligo per tutelare quei “bambini che non possono vaccinarsi e contano su responsabilità degli altri per vivere in maniera dignitosa”.
“Dire che i vaccini sono pericolosi e inefficaci è una bugia dannosa come dire che la benzina non è infiammabile e un bambino ci può giocare” ha spiegato un medico dell’ospedale S.Raffaele. “Noi non abbiamo le malattie perché ci vacciniamo” chiarisce, sottolineando anche l’importanza di una corretta informazione in merito. E per essere efficace il vaccino deve raggiungere la maggior parte delle persone, per questo risulta necessario farlo anche in assenza di epidemie, come spiega uno dei pediatri presenti.
Per quanto riguarda la pericolosità? “I vaccini sono sicuri e le reazioni negative, i cosiddetti eventi avversi, possono essere determinati da molti altri fattori” dichiara uno dei ricercatori. E’ invece l’opinione del presidente della Società italiana di igiene, che “ci siano rifiuti ideologici ma anche non adesioni per pigrizia. Rosolia e morbillo costituiscono allarme maggiore e questo provvedimento potrebbe avere effetto trascinamento nel favorire le vaccinazioni anche per queste malattie”.
Secondo la consigliera Francesca Marchetti (Pd), relatrice di maggioranza del provvedimento, l’obiettivo è quello di andare incontro alle esigenze delle famiglie in un contesto sociale che richiede maggiore flessibilità rispetto al passato; mentre per Raffaella Sensoli (M5s) non c’è stato seguito alle buone intenzioni della relazione introduttiva alla proposta di legge. Proposta che, come dichiara la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, “è frutto non di una rivoluzione, perché la tradizione dei servizi sulla primissima infanzia non va messa in discussione, ma vuole semplificare le procedure per conferire una maggiore adeguatezza”.
Voce fuori dal coro, quella del medico igienista, Massimo Valsecchi, promotore nel 2008 del piano di miglioramento vaccinale che ha portato la Regione Veneto, unica in Italia, alla sospensione dell’obbligo di vaccinazione. A suo avviso la proposta dell’Emilia-Romagna rischia di acuire le conflittualità con i gruppi contrari. “Temo che in zone come Rimini – ha affermato – un tipo di intervento coercitivo potrà trovare anche l’opposizione da parte della magistratura”.
Tuttavia, al termine dell’udienza conoscitiva, il presidente Giuseppe Paruolo ha voluto sottolineare che la politica non può lasciare l’ultima parola alla magistratura, ma deve far sentire la sua voce.