In Emilia-Romagna i senza fissa dimora avranno il medico di base. L’Aula approva all’unanimità il progetto di legge presentato dal consigliere regionale del Partito democratico Antonio Mumolo, che prevede, appunto, che anche chi non ha una residenza possa avere un medico di riferimento.
Una questione annosa, divenuta impellente nella fase pandemica, dove chi non ha un medico di base non può effettuare tamponi molecolari, per i quali è necessaria la prescrizione medica, e può curarsi solo andando al pronto soccorso. “Vogliamo sfatare il mito del senza fissa dimora che ha deciso di vivere per strada e che è contento di dormire sotto le stelle- afferma Mumolo-. Il novero delle persone che vive in strada è cambiato. Fino a vent’anni fa erano soprattutto persone con problemi di salute, alcolismo e tossicodipendenza. Oggi i senza fissa dimora sono persone diventate povere: padri separati che non riescono a mantenersi, imprenditori falliti, pensionati con assegno al minimo che non riescono a pagare affitto e bollette; tutte persone che vengono cancellate dall’anagrafe e, di conseguenza, perdono il diritto alla salute”. Secondo il relatore della legge, però, “se c’è qualcosa che ci ha insegnato il Covid è che il diritto di curarsi è un diritto collettivo, anche per garantire la salute di tutti. Le persone senza dimora, proprio perché non hanno possibilità di curarsi se non recandosi al pronto soccorso, non sono state seguite in modo adeguato durante la pandemia. Ma con questa legge possiamo ridurre le diseguaglianze e avere un medico li farà sentire più cittadini”.
Il progetto di legge trova d’accordo anche Simone Pelloni della Lega, che ha presentato un ordine del giorno, firmato anche da Fratelli d’Italia: “La politica deve cercare di dare risposte e il nostro ordine del giorno va a formalizzare un confronto. Dobbiamo risolvere il problema dell’iscrizione anagrafica dei senza fissa dimora, altrimenti con il progetto di legge Mumolo risolviamo solo una parte del problema che tutti vogliamo risolvere. Un cittadino italiano senza fissa dimora non può votare, non può accedere alle case popolari, non può accedere ai buoni pasto”.
Marco Lisei di Fratelli d’Italia apprezza che “siano state apportate alcune modifiche al testo, facendolo rientrare in un alveo giuridico che condividiamo politicamente e che ora ha un’aderenza al tessuto normativo nazionale e costituzionale. Un tema che condividiamo, condividiamo l’esistenza delle problematiche, per questo abbiamo firmato anche l’ordine del giorno”.
Per Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa, “l’estensione dei diritti per quanto riguarda la possibilità di curarsi impatta anche sui diritti degli altri, anche senza condizione pandemica. L’approvazione di questo progetto di legge colma un vuoto nel sistema legislativo italiano e mette la Regione Emilia-Romagna in prima fila nella tutela dei diritti”.
Infine, Silvia Zamboni di Europa Verde: “Bene difendere una parte di società invisibile, riconoscere questo diritto alla salute è anche estendere un diritto a tutti gli altri cittadini. Si tratta di un provvedimento di giustizia e quando si estendono i diritti tutti ne guadagnano. Il voto unanime qualifica tutta l’Assemblea come un consesso istituzionale che sa guardare anche il diritto degli ultimi”.
(Margherita Giacchi)