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Sanità Modena. Barcaiuolo (Fdi): chiuse sale operatorie ospedale di Mirandola. Donini: “Regione al lavoro per riaprirle”

Il consigliere: “carenza di personale specializzato e pochi reparti attivi, utenti costretti a recarsi altrove”. Donini: “Bando per anestesisti andato a vuoto ma sarà riproposto, trovati nuovi operatori per chirurgia”

Discussa oggi in Aula l’interpellanza del consigliere Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) sulla chiusura delle sale operatorie dell’Ospedale di Mirandola. Il documento, come sottolineato dal consigliere, era già stato presentato in data 5 agosto e fa riferimento alla chiusura o parziale interruzione di servizio di alcuni reparti -Cardiologia nello specifico- misure che nella risposta dell’assessore alla Sanità Raffaele Donini sono attribuiti all’attuale emergenza per la pandemia e alla necessità di riorganizzare la struttura ospedaliera per far fronte alla seconda fase dell’emergenza Covid, con l’apertura di nuovi posti letto per gli infetti; alla fine dell’emergenza SarsCoV2 i reparti dovrebbero essere ripristinati alla soluzione prepandemica. Una risposta che non convince Barcaiuolo, che avrebbe sperato in un chiarimento di più ampio respiro riguardo al futuro del nosocomio, viste anche le difficoltà dell’ospedale nel reperire operatori per il reparto di Anestesia e Rianimazione- l’ultimo bando per l’assunzione di nuovi operatori non ha avuto esito. Il riferimento- spiega il rappresentante di FdI entrando nel merito- è all’ospedale Santa Maria Bianca. Mirandola, di fatto, è quasi il capoluogo dell’area nord della provincia di Modena, un territorio dove vivono 87 mila abitanti. La città è mal collegata con il capoluogo, lo stato delle strade, tra l’altro del secolo scorso, è desolante; questo comporta difficoltà non indifferenti nei trasferimenti anche in altri nosocomi soprattutto nei periodi invernali, quando il tempo di percorrenza diventa assolutamente impensabile soprattutto in casi d’emergenza. Gli 87 mila abitanti-continua Barcaiuolo- meritano un ospedale consono alle cure, ma purtroppo un graduale smantellamento di questo ospedale sta andando avanti da tempo: ad agosto una sala operatoria è stata chiusa e l’altra si trova ora in stato di funzione ridotta”. Da qui la domanda posta dal consigliere alla Giunta su “qual è l’orizzonte di questo ospedale e, rispetto alle carenze, se si preventiva l’assunzione di nuovi professionisti, ad esempio nuovi anestesisti”. Ha risposto l’assessore con delega alla sanità Raffaele Donini che ha specificato che la situazione descritta dal consigliere è dovuta anche alla necessità di preparare il nosocomio a gestire pazienti Covid durante la seconda ondata pandemica: “L’ospedale Santa Maria Bianca è stato oggetto di un’ingente organizzazione, con 5 sezioni di degenza che ospitano posti letto Covid e uno spazio aggiuntivo del pronto soccorso che ha funzione di filtro e indirizzo per i pazienti SarsCoV2 e non che arrivano in ospedale. L’attuale assetto organizzativo impone una riduzione della ricettività per garantire la sicurezza dei degenti. Per quanto riguarda alcuni reparti- assicura- come Cardiologia, l’attività ordinaria sarà ripristinata quando sarà ripristinato l’assetto prepandemico. L’azienda comunque sottolinea che a garanzia dei pazienti ricoverati e di quelli che accedono è sempre assicurata la guardia cardiologica h24. In riferimento alla carenza del personale medico, la Ausl è impegnata in una campagna di reclutamento con tutti i mezzi contrattuali applicabili, dalla mobilità al tempo determinato e indeterminato, dalla libera professione ai medici in specializzazione all’ultimo e penultimo anno”. Per quanto riguarda la situazioni di Anestesistica, puntualizza l’assessore, l’emanazione di un bando non ha dato riscontri, motivo per cui ne sarà necessario un altro. Infine per quanto concerne Chirurgia: “L’assunzione di un chirurgo è già avvenuta il primo settembre, mentre il 12 ottobre ne è subentrato un secondo in seguito a bando del 2019; inoltre il 16 novembre sono stati acquisiti grazie a ricollocazione interna due nuovi professionisti”. Barcaiuolo non si ritiene soddisfatto della risposta della Giunta: “soddisfazione solo parziale, oggi secondo quanto dichiarato dall’assessore la ridotta capacità di funzionamento dell’ospedale di Mirandola sarebbe dovuta alla seconda ondata di Covid. Non mi fido del tutto, e avrei auspicato rassicurazioni circa il mantenimento dei livelli dell’ospedale garantiti negli ultimi anni. Su questo ci mettiamo in pausa rispetto a un’emergenza che ci auguriamo finisca il prima possibile”. “

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