Sanità e welfare

Inchiesta “Last business” su Policlinico Modena, Gibertoni (M5s) alla Giunta: come è potuto accadere?

Tra le richieste della consigliera i motivi dell’assunzione dell’ex Dg del nosocomio prima all’Ausl di Piacenza, poi all’Agenzia socio sanitaria regionale, con un “compenso da capogiro”

Giulia Gibertoni (M5s)
Giulia Gibertoni

L’inchiesta ‘Last Business’, condotta dalla Procura di Modena sull’attività “dei vertici del locale Policlinico”, che si “è chiusa con il rinvio a giudizio di 50 persone, tra cui anche l’ex direttore generale” del nosocomio, è nuovamente al centro di un’interrogazione di Giulia Gibertoni (M5s). La consigliera, oltre a rinnovare la richiesta all’assessore alle Politiche per la salute Sergio Venturi a relazionare sulla vicenda in commissione assembleare, interroga la Giunta per sapere se abbia valutato la possibilità di vedersi respingere la costituzione di parte civile nel procedimento pendente davanti alla Procura della Repubblica di Modena, in quanto “potrebbe configurarsi un possibile conflitto di interessi tra la Regione come soggetto danneggiato e la Regione come soggetto danneggiante”, visto che “l’ex direttore generale operava per garantire benefici a un sistema di cui la Regione stessa era parte, da quanto risulterebbe nelle intercettazioni”.

Gibertoni vuole anche conoscere quali siano i risultati e gli orientamenti scaturiti dall’esame degli atti processuali rilevanti e disponibili, ottenuti in seguito all’incarico di rappresentanza e difesa conferito a un legale del Foro di Bologna, con il compito di acquisire questa documentazione in modo da “evidenziare gli elementi su cui sarebbero state disposte le verifiche necessarie in via amministrativa e disciplinare”.

L’esponente dei 5 stelle domanda quindi all’esecutivo regionale se non ritenga opportuno disporre il vincolo di destinazione agli eventuali risarcimenti che deriveranno dalla costituzione di parte civile, destinandoli a “servizi sanitari nelle strutture in cui il malaffare è stato consumato”, e vuole sapere a quanto ammonti il risarcimento danni che la Regione ipotizza in qualità di parte civile.

“Come è possibile – chiede ancora la consigliera – che tutti questi intrecci tra cooperative e dirigenza della struttura sanitaria e altri soggetti non siano stati ostacolati dalle disposizioni previste nei Piani per la prevenzione della corruzione, nei programmi per la trasparenza e l’integrità e dalla vigilanza dei Collegi sindacali?” e, parimenti, “come è potuto accadere che, dopo gli eventi che hanno portato alle dimissioni del direttore generale, questi sia stato assunto dall’Azienda sanitaria di Piacenza e successivamente parcheggiato all’Agenzia sociale e sanitaria regionale (Asrr), con un compenso da capogiro di 546.480 euro in tre anni?”

E, inoltre, “come è possibile che le limitate attività dell’ex direttore generale all’Agenzia regionale e l’assenza di uno staff a suo supporto non abbiano messo in luce che l’incarico attribuitogli avrebbe potuto essere fittizio?”.

Infine, l’ultima richiesta di chiarimento sulle ragioni per cui non siano seguiti provvedimenti alle “comunicazioni delle intercettazioni telefoniche, da cui si sarebbe desunto che le procedure di assunzione dell’ex direttore generale all’Ausl di Piacenza non sarebbero apparse rispondenti al rigoroso rispetto della normativa sull’affidamento di incarichi professionali”.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)

(Antonella Celletti)

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