Sostenere “con forza e convinzione” la deroga del punto nascite di Mirandola (Modena) e invitare l’Ausl di Moderna a integrare la relazione con una serie di dati sulla mobilità passiva, sugli incentivi per le partorienti a recarsi a Mirandola, sulla viabilità, sui costi preventivi, sui “percorsi sanitari di trasporto per gli spokehub in caso di chiusura del PN in situazioni ordinarie e in caso di problematiche sui corsi d’acqua; sulle ricadute di una chiusura sui servizi Anestesiologici e Pediatrici, oltre ad eventuali ulteriori contrazioni di servizi al Santa Maria Bianca”.
A chiederlo è un’interrogazione di Fi-Fdi a prima firma di Valentina Castaldini (Forza Italia) e sottoscritta anche da Luca Cuoghi (Fdi) che cita la delibera di ottobre dove la Regione mantiene in attività i punti nascita di Mirandola, Cento e Faenza (tutti con meno di 500 parti l’anno).
La relazione della Commissione consultiva tecnico-scientifica, ha continuato la consigliera FI, ha affermato che non sarebbe “un grave disagio per le gestanti” che abitano in pianura trasferirsi da un Punto nascita a un Hub o a uno Spoke. Ma, secondo gli interroganti, non è stata presa in esame “la viabilità medioevale”, i tempi di percorrenza, la congestione del traffico e i ponti chiusi sui giumi in occasione di piene. Inoltre, l’Asl di Modena ha parlato di quasi 600 gestanti del territorio e non ha svolto studi sulla mobilità verso la vicina Lombardia (che ha rafforzato il Punto nascite di Pieve di Coriano, in provincia di Mantova) né sui costi del mantenimento del Punto nascita nei prossimi anni.
(Gianfranco Salvatori)