Sanità e welfare

Muzzarelli (Pd): “Estendere il progetto ANdiaMO per la prevenzione e gestione di obesità e diabete”

Con una risoluzione si chiede anche di valorizzare il ruolo delle associazioni di volontariato e delle realtà sportive del territorio, anche attraverso specifici strumenti di sostegno e formazione

Estendere in tutta l’Emilia-Romagna il progetto ANdiaMO, già sperimentato positivamente a Modena, quale modello di prevenzione e gestione di obesità e diabete di tipo 2, attraverso il supporto dell’attività motoria adattata (Ama). Con questa proposta il Partito democratico ha presentato una risoluzione a prima firma Gian Carlo Muzzarelli in cui chiede alla giunta di valutare, in collaborazione con le Aziende Usl e con gli enti del Terzo settore, la possibilità di estendere tale esperienza a livello regionale, promuovendola come progetto pilota nell’ambito delle politiche di prevenzione delle patologie croniche e di promozione dell’attività fisica adattata.

“Il diabete di tipo 2 e l’obesità rappresentano due patologie croniche di crescente rilevanza sociale e sanitaria, la cui incidenza è in costante aumento e che generano rilevanti complicazioni cliniche e costi sanitari per la collettività. L’attività fisica regolare è riconosciuta come strumento essenziale di prevenzione. Il progetto ANdiaMO, attivato nel territorio modenese grazie alla collaborazione tra l’Azienda Usl di Modena e l’associazione di volontariato Insieme si può e l’Asd La Fratellanza 1874, rappresenta un esempio virtuoso di promozione dell’attività motoria adattata per soggetti con diabete tipo 2 e sindrome metabolica”.

“Tale progetto -ha chiarito il consigliere- è un percorso gratuito annuale di attività fisica adattata, con valutazioni mediche periodiche, presa in carico da parte di tecnici laureati in scienze motorie preventive e adattive e una forte integrazione tra sistema sanitario pubblico, enti del terzo settore e società sportiva. Il progetto ANdiaMO si basa sul Protocollo regionale per la prescrizione dell’Attività motoria adattata (Ama) e rappresenta un modello replicabile di sanità di iniziativa: consente di migliorare l’aderenza alle cure, ridurre le complicanze croniche e promuovere inclusione sociale, soprattutto nelle cosiddette comunità fragili”.

Il documento, firmato anche da Alice Parma, Andrea Costa, Fabrizio Castellari, Elena Carletti, Niccolò Bosi, Raffaele Donini, Maria Costi, Anna Fornili, Barbara Lori, Matteo Daffadà, Maria Laura Arduini, Eleonora Proni, Valentina Ancarani, Francesco Critelli, Andrea Massari, Emma Petitti, Lodovico Albasi, chiede, infine, di “valorizzare il ruolo delle associazioni di volontariato e delle realtà sportive del territorio, anche attraverso specifici strumenti di sostegno e formazione, al fine di rendere strutturali interventi di questo tipo nel sistema sanitario regionale”.

(Lucia Paci)

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