Serve accelerare l’integrazione della medicina di genere tra i servizi sanitari emiliano-romagnoli, come già fatto in Lombardia.
La richiesta arriva, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, da Nicola Marcello (Fratelli d’Italia).
La medicina di genere è una disciplina che si concentra su come le differenze biologiche influiscano sulla salute delle persone.
“Un esempio virtuoso è quello della Regione Lombardia, che ha attivato un centro dedicato alla medicina di genere”, spiega il consigliere. La Lombardia, aggiunge, “ha dimostrato come percorsi su misura possano incidere positivamente nella gestione di tre patologie femminili molto diffuse: osteoporosi, noduli tiroidei e prolattinomi”. Specifica il politico: “Con l’utilizzo di percorsi diagnostico e terapeutici assistenziali specifici su queste patologie, peraltro, il sistema sanitario potrebbe risparmiare sui costi circa il 16 per cento, riducendo anche i tempi d’attesa d’intervento”. In più, prosegue, “le patologie cardiovascolari, quelle neurologiche e quelle autoimmuni, per fare solo alcuni esempi, si presentano in modo diverso nei due sessi”. Conclude Marcello: “È quindi indispensabile aggiornare i protocolli clinici, che devono diventare specifici per genere”, conclude.
(Cristian Casali)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)



