Sanità e welfare

Sanità. No dell’Aula a risoluzione Lega sull’inglese come unica lingua integrativa all’italiano nella segnaletica degli ospedali

Botta e risposta tra Marchetti (Lega) e Zappaterra (Pd). Il leghista: “Scritte in arabo controproducenti ad una vera integrazione. Nell’Ausl di Imola il documento è stato approvato”. La dem: “Scelta centralista, si metterebbero in difficoltà pazienti e personale ospedaliero”. No anche a due emendamenti del M5S

Bocciata in Aula la risoluzione che chiedeva di indicare l’inglese come unica lingua integrativa all’italiano, e quindi da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica, all’interno delle linee guida del Sistema Sanitario Regionale. L’atto, presentato da Daniele Marchetti (Lega Nord), ha trovato il voto contrario della maggioranza.

Il dibattito. “Oltre all’italiano e all’inglese negli ospedali regionali si utilizza anche l’arabo- ha esordito Marchetti- un uso inutile, contrario a qualsiasi principio di vera integrazione e uno spreco di denaro pubblico. È il cittadino ospite, infatti, che deve conoscere la lingua locale. E, in ogni caso, l’arabo è una lingua con tante declinazioni, risultando spesso non comprensibile agli stessi cittadini provenienti da vari paesi. L’ho personalmente verificato insieme a una persona di nazionalità tunisina”. Inoltre- ha continuato- a Imola questo documento è stato approvato: evidentemente in quell’Ausl si sono accorti che l’uso dell’arabo non è utile a migliorare il servizio. Non si tratta né di un tentativo di impedire ai cittadini arabi di accedere alle cure e nemmeno di una forma di ‘razzismo furbastro’ come ho sentito dire da qualcuno”.

Opposto il parere di Marcella Zappaterra (Partito Democratico), che ha sottolineato come sia “grave impegnare l’Assemblea in un atto che metterebbe in difficoltà pazienti e personale ospedaliero e costituisce uno spreco di denaro pubblico”. Peraltro, “in Italia le seconde e le terze lingue più parlate sono i dialetti, pensavo che la Lega si riferisse a questo. Non è certo con la sostituzione dell’arabo con l’inglese che si migliora la qualità delle prestazioni sanitarie”. Così, ha proseguito la consigliera, “non si riconosce dignità a un popolo molto presente in regione e che utilizza i nostri servizi sanitari. Vedo in questo approccio da parte della Lega un federalismo a corrente alternata. Sarebbe una scelta centralista”. Quanto alla decisione dell’Ausl di Imola, Zappaterra ha detto che “l’autonomia decisionale è giusta, ma basta che non ci sia un’imposizione che vale per tutti”.

Concorde invece con la risoluzione la consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle). “È utile uscire dalle ideologie, si tratta di una scelta di buon senso. Non a caso il direttore dell’Ausl di Imola Andrea Rossi ha deciso che troppe scritte in lingue diverse non aiutano”.

“Nella questura di Reggio Emilia -ha attaccato Mirco Bagnari (Partito Democratico)– per quanto le questure dipendano dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, sono state inserite scritte in arabo. In tema di immigrazione servono idee serie, non proposte come quella di Marchetti”.

A Bagnari ha fatto eco Igor Taruffi (Sinistra Italiana), per il quale “in Aula è stata riproposta una crociata ideologica, sbagliata. Ciò che succede a Imola non è universale. Le incomprensioni linguistiche generano tensioni e le scritte in arabo, pur non risolvendo problemi, possono aiutare nel limitarle. Una segnaletica chiara per tutti garantisce un passo per una convivenza più semplice”. Segnali come quello presente nella risoluzione, secondo il consigliere, “danno l’idea della terribile direzione di marcia seguita ora dal Paese”.

Alla risoluzione erano abbinati tre emendamenti. Il primo di Marchetti, in cui si faceva riferimento alle varie declinazioni della lingua araba e al disorientamento che avrebbero provocato negli utenti; gli altri due ad opera di Piccinini, in cui nel secondo si chiedeva di proseguire la prassi in uso da anni nell’Ausl di Imola e nel terzo di inserire “simboli e pittogrammi standardizzati a livello internazionale per rappresentare il contenuto dell’informazione”. Gli emendamenti sono stati accolti favorevolmente dalla Lega. “I pazienti vagano già oggi negli ospedali alla ricerca di indicazioni- ha continuato Marchetti- e così facendo andiamo a legittimare uno spreco di denaro pubblico. Prendiamo atto che il Pd disconosce la linea di un’azienda sanitaria del servizio sanitario regionale, barricandosi dietro a una posizione ideologica. Non è un caso che voglia cambiare tutti i direttori generali delle Ausl entro fine legislatura”.

“Concordo col contenuto della risoluzione- ha detto Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia)– l’inglese diventi l’unica lingua integrativa all’italiano nelle aziende sanitarie, visto che è parlata ovunque. Alcune scritte in arabo, come dimostrano diversi esempi riportati sulle cronache locali, sono sbagliate grammaticalmente. Chi dice no è inutilmente buonista verso un popolo che, peraltro, conosce molto bene l’inglese”.

“La valutazione deve essere fatta autonomamente dalle Ausl- ha analizzato Gian Luca Sassi (Gruppo Misto)- ma questa discussione non è uno spreco di denaro pubblico come sostenuto da Zappaterra. La Regione ha il controllo diretto su questo tema, contrariamente a molti altri nei quali invece il Pd ha voluto discutere solo ideologicamente”.

Respinti dalla maggioranza anche tutti e tre gli emendamenti. Quanto al terzo, presentato da Piccinini, Sinistra Italiana si è astenuta.

(Stefano Chiarelli)

Sanità e welfare