Sanità e welfare

Sanità. No in Aula a risoluzione Lega per impegnare la Giunta a rendere più sicuri gli ambienti di cura

Risoluzione a prima firma Bergamini respinta in Aula. Maletti (Pd): “Esistono già linee di indirizzo Regione, dinamiche si sono acuite col Covid, ma proseguiremo nel monitoraggio”

Undicimila casi di violenze dal 2015 al 2019 nella sanità e nell’assistenza sociale, che si sono acuiti nel 2020 in epoca Covid. Lo denunciano in una risoluzione discussa oggi in Aula Fabio Bergamini, primo firmatario, Daniele Marchetti, Valentina Stragliati e Simone Pelloni (Lega), che chiede di rendere più sicuri gli ambienti di cura. L’atto d’indirizzo è stato respinto.

“Chiediamo alla Giunta di implementare le risorse umane nei servizi sociosanitari con turni di durata più breve, favorire la formazione degli operatori assieme a campagne informative per gli utenti e prevedere per gli operatori sociosanitari percorsi formativi specifici” spiega in Aula Fabio Bergamini. Il consigliere sottolinea poi che nel periodo gennaio-settembre 2020, gli episodi sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche per effetto del Covid, e, a livello territoriale, l’Emilia-Romagna è la seconda regione più colpita dopo la Lombardia.

Fra le proposte presentate nella risoluzione anche quella di prevedere protocolli di intesa con le forze dell’ordine e maggiori controlli da parte degli agenti nelle strutture sanitarie, inserire meccanismi premianti (e incentivi) per le realtà con specifici strumenti di formazione e servizi di affiancamento psicologico per il personale esposto.

“Dopo la raccomandazione del Ministero della Salute del 2009, la Regione ha indicato le proprie linee guida- replica Francesca Maletti (Partito democratico)– che sono già state implementate dalle aziende socio-sanitarie”. Linee di indirizzo che prevedono percorsi ad hoc per la segnalazione dei casi a rischio, corsi di formazione, misure per la prevenzione della violenza, campagne informative e monitoraggio. “Quest’anno non è facile, sono tutti provati e in difficoltà- conclude Maletti- e lo sono sia gli operatori sanitari che i cittadini, che spesso si ritrovano da soli. Le dinamiche si sono acuite perché siamo in un periodo di emergenza. Ma proseguiremo nel monitoraggio e nella valutazione dei casi”.

 

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