Sanità e welfare

Non autosufficienza, via libera al Fondo regionale da 543 milioni

Parere favorevole della commissione Politiche per la Salute. L’assessore Igor Taruffi: “Grazie a risorse regionali il fondo aumentato di 28 milioni. Entro ottobre mostreremo come sono state impiegate le risorse”

Ha avuto parere favorevole la delibera della giunta sul “Fondo regionale per la non autosufficienza. Programma e riparto risorse 2023”. Il Fondo ha a disposizione, a livello regionale, 543 milioni di euro (grazie all’aumento di 28 milioni stabilito durante l’assestamento di bilancio). Il via libero è stato dato in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, dopo l’illustrazione da parte dell’assessore al Welfare, Igor Taruffi.

Secondo la delibera questo il riparto per ogni singola Ausl: Piacenza, 31,5 milioni di euro; Parma 46,7; Reggio Emilia 52,3; Modena 71,6; Bologna 98,3; Imola 13,8; Ferrara 39,8; Romagna 121,7.

Taruffi ha rimarcato come “non tutte le Regioni hanno un Fondo per la non autosufficienza che finanzia le attività per la domiciliarità, per i servizi sociosanitari per gli anziani, per la presa in cura dei fragili e dei disabili gravi. I 543 milioni sono un unicum in Italia. Il governo stanzia poco più di 700 milioni e all’Emilia-Romagna ne spettano 60, il resto sono risorse della Regione. Grazie a un percorso snello, poi, la distribuzione delle risorse sarà più veloce. Aver reperito altri 28 milioni rappresenta il valore dell’attenzione alle politiche sociali di questa giunta. Non era mai accaduto che in una sessione di assestamento fossero stanziate così tante risorse per le politiche sociali. Le necessità, però, per anziani e disabili, sono crescenti. Soprattutto per gli anziani, in un Paese dove l’età media si innalza”.

Daniele Marchetti (Lega) ha affermato che “i servizi sono fondamentali e noi abbiamo garantito la massima collaborazione. Importante è il controllo di queste risorse per vedere come vengono spese. Da distretto a distretto spese differenti e va garantita una modalità elastica e non solo legata all’età. La legge 25del 2016 impegnava la giunta a un monitoraggio, ma se ne abbiamo visto uno è già tanto. La Lega ha proposto la modifica alla legge regionale 23 del 2022, per presentare il monitoraggio entro il 31 ottobre. La giunta porti i dati”.

Anche secondo Simone Pelloni (Lega) “manca il monitoraggio e l’importo delle somme non spese. L’assessore ha detto che siamo i primi per risorse, ma il Veneto mette 780 milioni. Positiva la velocità per il riparto dei fondi. Le risorse aggiuntive miglioreranno il servizio o serviranno per recuperare i servizi non erogati in passato? I fondi in alcuni distretti sono gestiti da Asl in altri da Enti locali: serve una legge per definire chi eroga servizi migliori (in genere gli Enti locali). C’è poi un calo dei posti nelle strutture convenzionate”.

Taruffi ha replicato che “entro ottobre daremo conto di come sono state spese le risorse. Dai governi le risorse vengono trasferite con ritardo: da quando le programmiamo a quando le trasferiamo passano tanti mesi. E così spesso si rischia che i fondi siano a cavallo tra un anno e l’altro, facendo sì che si producano dei residui. Tra le strutture convenzionate non risultano riduzione di posti, ma stiamo agendo per aumentare i servizi dedicati. Ci saranno risorse ulteriori che daremo ai Comuni per implementare i servizi”.

(Gianfranco Salvatori)

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