Primo via libera in Assemblea legislativa alla nuova legge regionale sui servizi educativi per la prima infanzia, e quindi per il comma 2 dell’articolo 6 che recita: “Al fine di preservare lo stato di salute sia del minore sia della collettività con cui il medesimo viene a contatto, costituisce requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati, l’avere assolto da parte del minore gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”.
Questa mattina infatti, nella seduta congiunta delle commissioni Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, e Parità e diritti delle persone, presieduta da Antonio Mumolo in sostituzione di Roberta Mori, il provvedimento ha ottenuto in sede consultiva il parere positivo di Pd e Sel (Sel ha scelto di non partecipare al voto per la parte di competenza della IV commissione), mentre il M5s ha scelto di votare contro e Ln e Fi hanno deciso di astenersi.
“La nuova legge coglie le evoluzioni e i cambiamenti delle famiglie, restando comunque ancorata ai principi fondamentali che caratterizzano il sistema educativo dell’Emilia-Romagna- spiega Francesca Marchetti del Pd, relatrice di maggiorana-. Il provvedimento si concentra sulla qualità dei servizi, da mantenere e implementare, e sulla sostenibilità, perseguita attraverso percorsi di semplificazione delle procedure che tengano conto delle esigenze famiglie”. Principale novità, ha rimarcato, “è l’introduzione, come requisito di accesso al nido, dell’obbligatorietà delle vaccinazioni contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B: non si tratta di un metodo coercitivo ma di responsabilità sociale nei confronti dei bambini più fragili che non possono essere vaccinati”. Con il provvedimento, ha aggiunto la consigliera, “verrà inoltre introdotto un sistema di accreditamento che consolidi il progetto pedagogico, anche attraverso strumenti valutativi collegati alla qualità del servizio, e la Regione avrà inoltre la prerogativa di orientare i territori rispetto alla tariffazione. Viene anche posta l’attenzione sul tema della condivisione delle scelte educative”. Altro obiettivo, ha concluso, “è motivare il personale per migliorare la qualità dei servizi, il titolo di studio resta un elemento basilare”.
“Noi siamo fermamente contrari- ribadisce la relatrice di minoranza Raffaela Sensoli (M5s)– al criterio dell’obbligatorietà vaccinale, il metodo è coercitivo e discriminatorio, mentre il servizio dovrebbe essere universale”. Per la consigliera “i risultati saranno limitati, usufruisce del nido solo il 33% dei bambini”. Occorre, ha evidenziato, “informare capillarmente le famiglie sui vantaggi delle vaccinazioni attraverso il sistema sanitario”. Sono diverse, ha poi rimarcato, “le problematiche contenute nella legge: rette elevate per il nido, condizione inadeguate per gli operatori del settore della cooperazione sociale, forme di controllo inadeguate, poca attenzione alla conciliazione, aumento della quota del privato in un settore che dovrebbe essere pubblico e formazione disuguale tra operatori del privato e del pubblico”.
Per Giuseppe Paruolo (Pd), sul tema vaccinazioni, “la politica deve ascoltare la comunità scientifica”. Anche se è comunque necessario, ha concluso, “un equilibrio tra autonomia dell’individuo e bisogno collettivo”.
“La Lega nord- ha rimarcato Daniele Marchetti– chiede di combattere la disinformazione che c’è sui vaccini, individuando una strategia per aumentare la percentuale dei vaccinati con campagne informative adeguate”. Per il consigliere “l’obbligatorietà senza un’adeguata campagna informativa serve a poco. Dobbiamo combattere la disinformazione con l’informazione”.
La seduta è stata chiusa dall’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi: “La scelta dell’obbligatorietà è un segnale che abbiamo deciso di dare sia sul piano delle responsabilità individuali sia sul piano delle responsabilità collettive”. La soglia di sicurezza, ha evidenziato, “è stata ampiamente superata in alcune aree della regione, e certe malattie sono ricomparse: per questo l’obiettivo è l’incremento del tasso vaccinale”.
(Cristian Casali)