Sanità e welfare

Ok da Assemblea all’istituzione del direttore assistenziale nelle Ausl

Per il relatore di maggioranza Paruolo (Pd) con questo provvedimento “si formalizza un incarico che di fatto esiste già”, mentre per il relatore di minoranza Marchetti (Lega) “la nostra rete sanitaria ha bisogno di altro, con questo provvedimento sostanzialmente si introduce solo una nuova figura dirigenziale”

Via libera dall’Assemblea legislativa alla modifica alla legge regionale del 2004 relativa all’organizzazione delle aziende sanitarie.

Con questo provvedimento, ha spiegato il relatore di maggioranza Giuseppe Paruolo (Pd), “si definisce la possibilità di istituire una figura sanitaria aggiuntiva all’interno della direzione strategica aziendale territoriale: il direttore assistenziale, un incarico che di fatto esiste già ma che non era stabilito per legge”. Scopo del progetto di legge, ha aggiunto, “è dunque quello di legittimare la figura del direttore assistenziale, senza tuttavia comprimere l’autonomia organizzativa aziendale”. Previste, ha concluso, “linee guida regionali, per rendere omogeneo questo percorso, sarà poi coinvolta l’Assemblea legislativa nella valutazione dei risultati”.

Critico sui contenuti del provvedimento il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega): “L’approccio è sbagliato, la nostra rete sanitaria ha bisogno di altro, le priorità non sono queste”. Con questo provvedimento, ha evidenziato, “si introduce, sostanzialmente, solo una nuova figura dirigenziale”. Con la pandemia, ha poi rilevato il consigliere, “il sistema sanitario regionale è stato travolto, molte prestazioni sono state sospese, e voi rispondete con un progetto di legge in cui semplicemente si prevedere una nuova poltrona. Peraltro non siete stati neppure chiari sui costi di questa operazione”. La Lega ha poi presentato un emendamento per chiedere, sul tema delle liste d’attesa, “l’obbligo- ha specificato Marchetti- della presa in carico dei pazienti, con prestazioni sanitarie garantite” (emendamento respinto dall’Assemblea).

“Con questo progetto di legge sulla riorganizzazione delle aziende sanitarie- ha rimarcato Marco Lisei (Fratelli d’Italia) in aula- ci saremmo attesi misure per sopperire alla carenza di risorse in sanità, per il recupero delle prestazioni sanitarie arretrate, per reperire medici di base sui territori, per valorizzare le Case della salute, e, quindi, per potenziare la territorialità sanitaria, per potenziare il servizio del 118, per tutelare maggiormente il personale infermieristico e per ridurre le code nei pronto soccorso. Invece no, presentate un progetto di legge ‘poltronissima’, semplicemente per creare delle nuove figure dirigenziali”. Ci saremmo aspettati, ha concluso, “un cambio di passo”.

Per Simone Pelloni (Lega) “questa figura costerà, eccome: 14 nuovi dirigenti potrebbero arrivare a costare tra gli 1,5 e i 2 milioni in più al sistema sanitario”. Inoltre, ha aggiunto, “con questa operazione non sono garantiti servizi aggiuntivi per i cittadini”. Ci saremmo attesi, ha concluso, “una riforma più organica del sistema”.

Per Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia), sul tema Covid (“problema che sta davvero a cuore ai cittadini”), “siamo al dramma, gli ospedali stanno raggiungendo la soglia di guardia, non si risolvono i problemi cambiando i parametri (come fatto da Draghi e Speranza), ci affidiamo alla volontà dei soli sanitari, sugli ospedali Covid siamo ancora al palo”. Qui, ha concluso, “evidentemente non si vuole prevenire”.

“Diamo piena attuazione a un processo di responsabilizzazione che completa il cerchio tra sanità è assistenza, un valore e un’opportunità per il sistema. Siamo conviti di aver fatto la cosa giusta”, è poi intervenuto l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, sulla nuova figura dirigenziale.

(Cristian Casali)

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