Sanità e welfare

Ok in commissione a “legge Mumolo” (Pd) per il medico di base ai clochard

Il Dem: “Se il Coronavirus ci ha insegnato una cosa è l’importanza della salute intesa come diritto collettivo e non solo individuale, perché se non si curano tutte le persone ne soffriamo tutti e non solo chi non riesce a ottenere le cure”

I clochard potranno avere un proprio medico di base. Disco verde della Commissione Sanità presieduta dalla vicepresidente Francesca Maletti al progetto di legge del consigliere Antonio Mumolo (Pd): una “piccola rivoluzione” visto che le persone senza fissa dimora non hanno un medico di riferimento, non possono curarsi e, anche in caso di malattie infettive come il Covid, possono usufruire solo dei servizi del Pronto soccorso. Questo comporta non solo l’impossibilità per le persone di curarsi tempestivamente e di fare prevenzione, ma anche un costo molto alto per la sanità regionale. La proposta di Mumolo, invece, prevede che gli homeless, a seguito di segnalazione dei servizi sociali, possano iscriversi alle liste Ausl e avere un medico di base di propria fiducia, prenotare esami e visite specialistiche.

“Questa è la prima legge regionale in questo senso: se qualcosa il Coronavirus ci ha insegnato è l’importanza della salute intesa come diritto collettivo e non solo individuale, perché se non si curano tutte le persone ne soffriamo tutti e non solo chi non riesce a ottenere le cure. L’obiettivo di questa legge è quella di ampliare la platea di coloro che possono esercitare il diritto alla salute e anche quella di razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche, visto che i costi per il sistema sanitario sono esponenzialmente molto più alti se gli homeless devono rivolgersi al Pronto soccorso piuttosto che a un medico di base”, sottolinea Mumolo, per il quale “la pandemia in corso ci ha poi insegnato che il diritto alla salute è un diritto collettivo oltre che individuale; dare un medico anche alle persone senza dimora garantirà la loro salute e quella di tutti noi”.

Per quanto riguarda i risparmi rispetto alla situazione attuale i numeri parlano chiaro: oggi ogni singolo accesso al Pronto soccorso comporta per ogni singolo utente una spesa per l’erario da 150 a 400 euro, mentre il medico di base “costa” meno di 100 euro all’anno a persona.

Dal canto suo Simone Pelloni (Lega) ha spiegato che “non dobbiamo dimenticare nessuno. Dobbiamo risolvere il problema dell’iscrizione anagrafica dei senza fissa dimora, altrimenti con il progetto di legge Mumolo risolviamo solo una parte del problema che tutti vogliamo risolvere. I servizi sociali, infatti, possono prendere in carico solo i residenti nel territorio e serve una riflessione più complessiva nell’organizzazione dei servizi sociali in Emilia-Romagna perché nelle situazioni di fragilità non ci deve essere solo la presa in carico sanitaria, ma anche tutto ciò che può servire per uscire dalla criticità”.

Apprezzamento per il “pdl Mumolo” è stato espresso da Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa): “E’ una legge di civiltà che estende i diritti sanitari a tutta la società e sana un buco giuridico, colmando una distanza che per troppo tempo è rimasta tale. La legge va approvata al più presto per mettere a disposizione dei cittadini questa legge già dal prossimo autunno”.

Disco verde al provvedimento è arrivato anche da Lia Montalti (Pd), per la quale si tratta “di una legge molto positiva, un lavoro molto importante che sosteniamo perché nel momento in cui parliamo di un sistema sanitario universale è giusto che lo rendiamo davvero universale: è un impegno che dobbiamo portare avanti per tutti, ma ancora di più per le persone senza fissa dimora che si trovano in una situazione di maggiore fragilità”.

(Luca Molinari)

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