La decisione assunta di recente dai vertici dell’Ausl di Piacenza di convertire l’ospedale di Bobbio in ospedale di comunità, con il conseguente declassamento dell’Unità operativa complessa “Medicina interna e primo intervento Bobbio” in “Unità operativa semplice”, con graduazione B1, afferente all’Unità operativa complessa “Medicina interna Val Tidone”, è al centro di un’interrogazione di Tommaso Foti (Fdi-An), che chiede alla Giunta regionale quale giudizio esprima su questa scelta che “costituirà, nel tempo, un’ulteriore grave penalizzazione per gli abitanti della Val Trebbia e per i tanti turisti che popolano la zona nel periodo estivo”.
Foti denuncia il fatto che nel territorio piacentino “i posti letto in strutture pubbliche per pazienti acuti sono già ben al di sotto degli standard previsti dalla spending review del governo Monti (3 per mille abitanti), la percentuale, escludendo i posti letto nelle strutture private, è infatti attualmente pari a 2,66 per mille e, con la chiusura della Medicina di Bobbio, verrà a ridursi ulteriormente”.
“Una carenza – aggiunge – confermata dalla crisi in cui versa in questi giorni il Pronto soccorso di Piacenza, che non si giustifica con l’emergenza influenza, e dal dato particolarmente preoccupante di circa 1500 ricoveri in appoggio nel 2016, notevolmente aumentati rispetto al 2015”.
“L’ubicazione dell’ospedale di Bobbio, a 45 chilometri di distanza da quello di Piacenza e a circa 50 chilometri dalle prime strutture ospedaliere della provincia di Genova, oltre al tasso d’invecchiamento della popolazione, circa 15.000 persone, residente nell’area di riferimento, e alla presenza di una Casa protetta e di una Residenza protetta a Bobbio, di una Comunità alloggio a Ottone e di due Case protette in comune di Rivergaro, – scrive Foti – avrebbero dovuto suggerire di evitare la conversione dell’ospedale di Bobbio in ospedale di comunità, con un progressivo ridimensionamento e svuotamento delle funzioni assolte in precedenza: insomma, una ‘morte annunciata’, per l’unica struttura ospedaliera della Val Trebbia”.
Ma, a parere di Foti, l’istituzione dell’ospedale di comunità pone anche “alcuni rilevanti problemi clinico-legali” a cui dovrebbe dare risposta l’assessore regionale alle Politiche per la salute.
Il consigliere vuole infatti sapere se la presenza del Pronto soccorso all’ospedale di Bobbio sia compatibile con la sua trasformazione in ospedale di comunità, chiede inoltre quale personale medico garantirà una copertura 24 ore su 24 delle emergenze-urgenze, tenendo presente che, nel caso in cui sia necessario che il medico di turno assista un paziente grave in trasferimento a Piacenza, si porrà il problema di una reperibilità medica e domanda se saranno i medici del 118, i medici di medicina generale o i medici che ancora lavorano all’ospedale di Bobbio in numero sempre più esiguo ad assistere e curare i pazienti in reparto e al Pronto soccorso (24 ore su 24, per 365 giorni all’anno).
Altri quesiti: quali pazienti potranno essere ricoverati nei posti letto dell’ex reparto di Medicina, considerando che “si tratta di posti letto gestiti da personale infermieristico”, e, infine, se esista contraddizione tra l’istituzione di un ospedale di comunità con le caratteristiche di legge previste e ampiamente dettagliate dal direttore generale dell’Ausl di Piacenza e il mantenere una Unità operativa semplice B1 ospedaliera.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)