Far sì che il Parlamento acceleri l’iter del disegno di legge che contiene disposizioni per il riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante nonché disposizioni per la sua diagnosi e cura.
A chiederlo, con una risoluzione, sono Silvia Piccinini (M5s), prima firmataria, e Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ricordano “l’esigenza di assicurare piena evidenza al problema, a cominciare dal riconoscimento giuridico della patologia: questo è indispensabile per definire una strategia in grado di affrontare il problema, abbreviare i tempi di diagnosi, incentivare la ricerca in materia, favorire la cura e non lasciare sole le donne. La Regione può svolgere un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione delle strutture del Servizio sanitario regionale, nella formazione degli operatori e nell’informazioni alle donne”.
Da qui la risoluzione per impegnare la Giunta “a intervenire sul Parlamento per accelerare l’iter per l’esame del disegno di legge finalizzato a definire disposizioni per il riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante, la sua diagnosi e la cura nonché a prevedere azioni di sensibilizzazione delle strutture del Servizio sanitario regionale, la formazione degli operatori e l’informazione rivolta alle donne al fine di migliorare la capacità di risposta della sanità in Emilia-Romagna rispetto a questa patologia”.
La risoluzione, inoltre, punta anche a che la Regione “prenda in esame la possibilità di prevedere a livello regionale l’inserimento della sindrome vulvovestibolare tra le patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie per le donne residenti in regione ovvero a fronte di accordi con altre regioni/Province Autonome”.
(Luca Molinari)