“Le criticità delle strutture di emergenza e urgenza sono di carattere nazionale. In questo periodo la Regione ha fatto ciò che era in sua competenza, permettendo agli iscritti al terzo anno universitario di fare concorsi per posti di lavoro a tempo determinato. Anche per affrontare la pandemia abbiamo assunto 112 unità di personale e con questa procedura una parte è stata destinata alla medicina d’emergenza. Ricordo anche che sono aumentati da 114 a 140 i posti universitari per la specialistica di medicina d’emergenza e urgenza. La Regione stanzia e stanzierà ancora risorse proprie per queste attività”. L’assessore Raffaele Donini ha così risposto ai temi posti dalla consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) in merito al quadro organizzativo dei servizi di medicina d’emergenza e d’urgenza in Emilia-Romagna e alle azioni necessarie per garantire la copertura delle risorse professionali necessarie.
Donini ha anche annunciato che è stato realizzato un gruppo di lavoro per capire cosa altro la Regione possa fare, cosa chiedere alla Stato e all’Università e in che tempi ciò che verrà fatto. “Chiediamo allo Stato incentivi economici per chi lavora nei reparti di emergenza e urgenza, perché vogliamo che chi lavora in questi reparti vi resti e non chieda il trasferimento in altri reparti alla prima occasione utile”.
“Mancano medici e personale, quelli che ci sono hanno un carico di lavoro insopportabile, tanto che anche dove lo scorso anno sono aumentati i posti disponibili, le persone hanno rinunciato perché i tempi di lavoro sono insostenibili. La situazione è preoccupante e si deve agire per risolvere i problemi della medicina di urgenza, perché i problemi del personale si scaricano sul resto del sistema sanitario”, spiega Silvia Piccinini, che sottolinea come “la situazione attuale è frutto di errori dello Stato nella programmazione delle esigenze del sistema sanitario”.
La pentastellata, a fronte delle parole di Donini, ha ribadito la necessità di “scongiurare la chiusura dei pronto soccorso e delle strutture ospedaliere più piccole, anche per evitare ripercussioni su quelle più grandi”. Inoltre, la capogruppo ha messo in guardia dai rischi di un eventuale ricorso a personale proveniente da soggetti privati esterni (“Potrebbe calare la qualità del servizio”). Piccinini ha apprezzato le proposte di Donini di chiedere stipendi maggiori per chi lavora nei reparti d’emergenza (“Andrebbe fatto anche per i punti nascita in Appennino”) e ha avanzato la proposta di corsi specifici di formazione di 200 ore per avere più personale. “Temo che i tempi di cui si parla siano molto lunghi; continueremo a monitorare la situazione e chiediamo approfondimenti”, ha concluso la pentastellata.
(Luca Molinari)



