Sanità e welfare

Piccinini (M5s): sistema di tutele specifiche per donne con tumore al seno

La capogruppo propone un sistema di tutele sistemiche per le donne affette da neoplasie al seno

Un sistema organico di tutele per le donne affette da tumore al seno. A proporlo è la capogruppo del M5S Silvia Piccinini la quale, in una specifica risoluzione, sottolinea come “le donne e gli uomini che si trovano ad affrontare il difficile percorso della malattia, in particolar modo di quella legata a patologie oncologiche, necessitano di un aiuto che spesso va al di là della semplice, sebbene ovviamente fondamentale, terapia medica”.

Cinque i punti che la consigliera propone come impegno per l’esecutivo regionale: innanzitutto l’inserimento di un senologo oncologico (in qualità di medico specialista nella patologia prevalente oggetto della valutazione) all’interno delle commissioni che devono verificare lo stato di disabilità per pazienti affette da tumore al seno. Per quanto riguarda il processo di valutazione di queste commissioni mediche, Piccinini propone che “si tenga conto non solo del grado di diffusione e della localizzazione della neoplasia, ma anche degli effetti determinati dalle terapie necessarie, dalla debilitazione che ne può derivare e dall’interazione della malattia e delle cure con l’attività lavorativa svolta, assicurandosi che per i tumori alla mammella con metastasi sia sempre riconosciuta la condizione di handicap grave”.

Due poi gli indirizzi con cui Silvia Piccinini chiede una specifica attivazione della giunta regionale nei confronti del governo e di Inps: oltre al riconoscimento, su richiesta, della condizione di gravità (ex art. 3 comma 3 della Legge 104/1992) per qualunque disabilità da tumore al seno, viene espressamente proposta la cancellazione della revisione della condizione di disabilità nel caso di pazienti con tumore alla mammella in forma metastatica.

Più in generale, infine, la proposta al governo e alle competenti commissioni parlamentari per “l’adozione di soluzioni dirette a
prevedere che le attività di revisione in capo all’INPS siano effettuate garantendo la presenza anche di medici specialisti nella patologia oggetto di valutazione, analogamente a quanto previsto nel caso degli accertamenti iniziali”.

(Luca Boccaletti)

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