Sanità e welfare

Sanità. Punti nascite montani, Delmonte-Bargi-Rainieri (Ln): novità per chiedere riapertura

Dopo la riapertura del punto nascite di Cavalese, in Trentino, i leghisti chiedono alla Regione di ripresentare richiesta di deroga per Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano

La chiusura dei punti nascite di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, di Borgo Val di Taro, in provincia di Parma, e di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, avvenuta un anno fa, è al centro di una risoluzione presentata in Regione da Gabriele Delmonte, primo firmatario, Stefano Bargi e Fabio Rainieri (Ln). I consiglieri leghisti, alla luce della riapertura del punto nascite dell’ospedale di Cavalese, in provincia di Trento, decisa dal Comitato Percorso Nascita nazionale attraverso un percorso comune tra ministero della Salute, Amministrazione provinciale autonoma e Amministrazioni locali trentine, hanno deciso chiedere alla Giunta regionale di valutare le motivazioni alla base della scelta del Comitato per ripresentare una nuova richiesta di deroga finalizzata alla riapertura dei tre punti nascite regionali.

Secondo i tre esponenti del Carroccio, infatti, la situazione dei tre punti nascite dell’Appennino emiliano è analoga a quella del punto nascite dell’ospedale di Cavalese, così come di altre strutture sanitarie presenti in varie realtà montane, in particolare sulle Alpi. Nell’anno intercorso dalla chiusura definitiva dei tre punti nascite montani – ricordano i leghisti – in diverse occasioni si sono verificati disagi e complicazioni per le partorienti determinati dalla distanza dall’ospedale attrezzato più vicino.

Di qui l’iniziativa di Delmonte, Bargi e Rainieri.

(Luca Govoni)

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