Sanità e welfare

Registro tumori regionale, botta e risposta maggioranza/opposizioni sui dati di Bologna

“Uno strumento importantissimo per la cura dei tumori, anche per la ricerca scientifica, per tutte le informazioni che può dare”, ha rimarcato la presidente Soncini sul tema registro tumori

L’obiettivo era quello di avere un’unica banca dati regionale sui tumori. Il registro regionale, nello specifico, è utile per fotografare incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza dei tumori, oltre al rischio della malattia per sede e morfologia, età, genere e ogni altra variabile di interesse per la ricerca scientifica. Questo strumento è poi utile per comprendere la distribuzione territoriale dei casi, collegata ai fattori di rischio, anche per attivare interventi di diagnosi precoce e anche azioni di prevenzione (comprese le campagne di screening). Il registro serve poi per monitorare e valutare i dati relativi all’appropriatezza e qualità dei servizi diagnostico-terapeutici collegati alla sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro.

Questo il focus al centro dell’informativa dell’assessorato alle Politiche per la salute sul registro regionale tumori (presenti anche rappresentanti dell’Irst Irccs di Meldola, che gestisce il registro) in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini.

“Uno strumento importantissimo per la cura dei tumori, anche per la ricerca scientifica, per tutte le informazioni che può dare”, ha sottolineato la presidente Soncini. La presidente ha poi ribadito l’importanza del tema della prevenzione, “a partire dai programmi di screening, rispetto alla quale non bisogna abbassare la guardia”.

Anche Daniele Marchetti (Lega) ha parlato di “strumento importante anche rispetto al tema della prevenzione”, rilevando poi “che Bologna era fino a pochi anni fa scoperta, e anche oggi deve recuperare dell’arretrato”.

Silvia Piccinini (M5s), sempre sulla questione del registro bolognese, ha riferito che “sono stati fatti passi avanti, andava assolutamente istituito”.

Per Silvia Zamboni (Europa verde) “bene che si sia messa in moto la macchina per istituire il registro anche a Bologna, unica provincia della regione che non ne disponeva”.

Per Lia Montalti (Pd), più in generale, “è importante valorizzare il lavoro di rete e di squadra, è necessario partire da una base di dati aggiornata, anche in relazione al programma europeo rivolto alla lotta al cancro, partendo dal tema della prevenzione”.

Michele Facci (Lega) ha parlato di “un importante strumento”, ma ha rimarcato i ritardi su Bologna, “questi dati servono anche per programmare azioni di prevenzioni, occorre investire subito su questo processo di completamento, questo ritardo è gravemente colposo, chiediamo tempi certi”.

Francesca Marchetti (Pd), replicando a Facci sempre sul tema registro tumori a Bologna, ha parlato “di lavoro che, nonostante il Covid, è continuato per arrivare a un risultato”. Bologna, ha aggiunto, “è punto di eccellenza rispetto a diverse specialistiche oncologiche”.

Per Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) “anche nella fase Covid il lavoro collegato al registro tumori non si è fermato, parliamo di dati collegati a storie, a vite che abbiamo salvato”. Deve proseguire, ha poi riferito, “l’opera di sensibilizzazione, dobbiamo continuare a investire in questo ambito, puntando anche sulla prevenzione”.

(Cristian Casali)

Sanità e welfare