Quali i numeri relativi alla contraccezione d’emergenza erogata gratuitamente attraverso i consultori familiari e gli spazi giovani, i costi sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna nei primi mesi del 2018 e il numero di prestazioni destinate a minorenni. È Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia a intervenire, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, sul tema contraccezioni cosiddette d’emergenza, come pillola del giorno dopo e pillola dei cinque giorni dopo.
Nelle linee regionali relative all’offerta di servizi da parte dei consultori e degli spazi giovani consultoriali, si legge nell’atto ispettivo, si parla di “opportunità di accesso facilitato alla consulenza contraccettiva in spazi dedicati” e di “disponibilità di metodi contraccettivi gratuiti”, compresa la “cosiddetta contraccezione d’emergenza”.
Per il consigliere “il contraccettivo d’emergenza attesta da un lato il completo fallimento della cultura della contraccezione e dall’altro lato conduce a una strisciante e mai annunciata autorizzazione all’aborto continuo e ripetitivo, senza tenere per nulla in considerazione la salute della donna, che dovrebbe essere centrale in qualsiasi approccio medico”. C’è quindi la necessità, evidenzia Tagliaferri, “di instaurare un dialogo aperto per rendere i giovani consapevoli dell’eccezionalità dell’uso di questa tipologia di farmaco, che non può e non deve sostituire l’utilizzo dei normali contraccettivi”. Un medicinale, prosegue, “che potrebbe causare serie disfunzioni per l’organismo e comportare effetti negativi nel medio e lungo periodo, soprattutto in caso di assunzioni ripetute”.
L’esponete di Fdi vuole anche sapere dall’esecutivo regionale se la diminuzione degli aborti, del 2 per cento tra il 2015 e il 2016 (ultimi dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna), “sia riconducibile all’aumento nell’uso dei cosiddetti metodi di contraccezione d’emergenza”.
(Cristian Casali)