La giunta precisi qual è il fabbisogno triennale e quinquennale di personale infermieristico in Emilia-Romagna stimato dalla Regione e dalle Aziende sanitarie, distinto per Azienda e per setting (ospedale, territorio, emergenza-urgenza, Cra/riabilitazione), e quale quota si intende coprire già nel 2026, anche in relazione alle nuove possibilità di assunzione nazionali previste nella manovra 2026. È uno dei quesiti posti in un’interrogazione presentata da Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) sottoscritta da Marta Evangelisti che invita a spiegare se l’esecutivo abbia già tradotto in atti il superamento del tetto di spesa del personale, indicando quanti contratti a tempo indeterminato e determinato e quali profili si preveda di attivare entro il 2026.
“La manovra 2026 annunciata dal governo – ha sottolineato Tagliaferri – prevede più di 6mila assunzioni di infermieri e circa mille medici con risorse dedicate e un incremento dell’indennità di specificità (stima circa 1.630 euro lordi all’anno per gli infermieri), nell’ambito di un piano pluriennale di rafforzamento del Servizio sanitario nazionale. Sono operative, inoltre, le misure del decreto legge Liste d’attesa, che prevedono strumenti per il potenziamento dell’offerta e il superamento del tetto di spesa del personale secondo metodologie di fabbisogno elaborate con Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Sul versante formazione, per l’anno accademico 2025/2026 il ministero dell’Università e della Ricerca ha aumentato i posti programmati per le professioni sanitarie a 36.923, oltre 20mila dei quali per Infermieristica, con incremento rispetto al 2024/2025. Queste scelte intendono ampliare il bacino di futuri laureati ma richiedono coerenti politiche regionali”.
“Poiché in Emilia-Romagna la pressione sui servizi appare accentuata nelle principali Aziende sanitarie (Bologna e Ausl della Romagna) con particolare riguardo a turni gravosi, ferie negate, mobilità in uscita e dimissioni, occorre che la Giunta faccia il punto su quanti infermieri risultino oggi vacanti nelle singole Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, quante procedure concorsuali e di mobilità siano state bandite/chiuse nel 2024-2025 e con quali esiti con specifico focus su Bologna Città Metropolitana e Ausl della Romagna”.
Nell’atto ispettivo, inoltre, i consiglieri chiedono di precisare l’età media e la distribuzione per classi d’età degli infermieri dipendenti nelle Aziende regionali, con proiezione dei pensionamenti al 2030, e le misure per contrastare le dimissioni volontarie e la migrazione verso altre Regioni o all’estero. E ancora, domandano se, alla luce dei dati Agenas, che collocano l’Italia sotto la media europea per densità infermieristica (6,86 contro 8,26 ogni mille abitanti), la Regione intenda definire standard regionali di rapporto infermieri/pazienti per i principali setting assistenziali, verificabili e pubblici, con relativo cronoprogramma di adeguamento.
Chiarimenti sono chiesti anche sui corsi universitari e sui posti disponibili nelle facoltà di Infermieristica, dato l’ampliamento programmato dal ministero, nonché circa la previsione di incentivi territoriali per aumentare l’attrattività dei posti, come più volte richiesto dalle rappresentanze professionali”.
“La Regione faccia sapere qual è il ruolo operativo affidato ai direttori assistenziali nominati nelle Aziende, quali indicatori di risultato siano stati assegnati e quali risultati siano stati conseguiti finora. Sarebbe opportuno, inoltre, predisporre un monitoraggio pubblico riguardante le assunzioni, per i profili infermieristici, in coerenza con il Piano nazionale liste d’attesa e con gli standard di trasparenza”, hanno concluso Tagliaferri e Evangelisti.
(Lucia Paci)



