Fare in modo che i sanitari ucraini inquadrati nelle strutture emiliano-romagnole parlino correttamente la lingua italiana, al fine di evitare problemi con i pazienti, vista la delicatezza del loro ruolo.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “l’assistenza e la cura delle persone in ospedale o in strutture sanitarie di varia natura richiede grande competenza, capacità di comunicazione con il paziente e, in primo luogo, la conoscenza della lingua degli ospiti: il governo ha permesso al personale medico e sanitario presente fra i profughi provenienti dall’Ucraina di essere inquadrato nelle strutture per 12 mesi, in deroga a molte delle leggi vigenti in materia, ma quasi nessuna fra queste persone conosce correttamente la lingua italiana”.
(Luca Molinari)