Sanità e welfare

Trande (Avs): “Legge 194, rendere noto quanti sono i medici obiettori”

Il consigliere chiede inoltre “se esistano aree del territorio regionale scoperte in relazione al diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza garantito dalla Legge 194/78 a causa dell’alto numero di medici obiettori di coscienza”. La risoluzione è stata sottoscritta anche dai consiglieri Simona Larghetti e Paolo Burani di Avs

Chiarire quali siano i dati più recenti relativi al personale sanitario delle strutture pubbliche emiliano-romagnole dichiaratosi obiettore di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza e renedere noto se esistano aree del territorio regionale scoperte in relazione al diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza, garantito dalla Legge 194/78, a causa dell’alto numero di medici obiettori di coscienza.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Paolo Trande (Avs) che ricorda come “lo scorso mese di aprile, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il primo elenco ufficiale delle strutture (ospedali, consultori e ambulatori) dove può essere praticata l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) ai sensi della Legge 194/78. Nei 40 fra ospedali, ambulatori, consultori dell’Emilia-Romagna presenti in tale censimento il numero totale delle interruzioni volontarie di gravidanza è stato di 5.867. Da sottolineare che di queste interruzioni di gravidanza, quelle eseguite tramite farmaci sono state 4.370, un numero in decisa crescita rispetto agli anni precedenti (i dati, gli ultimi resi noti, si riferiscono al 2022 e sono stati pubblicati dall’Istat)”.

Per Trande “nella mappa nazionale dei punti IVG non sono visibili i dati dell’obiezione di coscienza in quanto il Ministero della Salute non ha ancora rilasciato quelli del 2023. Mentre i dati relativi alle tipologie di intervento sono inviati all’Istat tramite la piattaforma informativa Gino++, quelli dell’obiezione di coscienza seguono un altro percorso: sono raccolti dalle singole Regioni e da queste inviate al Ministero: i dati del 2021, forniti dall’Istituto Superiore di Sanità in ambito nazionale confermano un’alta percentuale di obiettori (63,4% dei ginecologi, 40,5% degli anestesisti e 32,8% del personale non medico) con variazioni regionali per le tre categorie. Dal 2020 la relazione contenente i dati definitivi fornisce nuovi parametri per approfondire il tema dell’obiezione di coscienza e in particolare l’impatto che l’esercizio del diritto all’obiezione può avere sull’accesso al servizio di interruzione alla gravidanza da parte delle donne e sul carico di lavoro degli operatori sanitari non obiettori”.

“L’Assemblea regionale siciliana ha recentemente approvato una norma che introduce l’obbligo di assumere medici non obiettori nelle strutture ospedaliere pubbliche, garantendo così la piena attuazione della legge 194 del 1978 in una delle regioni italiane con il più alto numero di personale sanitario obiettore di coscienza”, spiega Paolo Trande, che sottolinea come “il testo approvato nell’Aula siciliana prevede procedure concorsuali dedicate esclusivamente a medici non obiettori e l’obbligo per le aziende sanitarie di provvedere tempestivamente alla loro sostituzione qualora dovessero cambiare idea, garantendo così la continuità del servizio e il pieno rispetto del diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza”.

La risoluzione è stata sottoscritta anche dai consiglieri Simona Larghetti e Paolo Burani di Avs.

(Luca Molinari)

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