“Non introdurre, nelle scuole di ogni livello e grado in Emilia-Romagna, la ‘teoria del gender’” e “rispettare il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” e dei “decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (articoli 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 275/99; articolo 3 del DPR 235/97; articoli 2.3, 2.6 e 3 del DPR 235/2007 e il Protocollo AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012)”. Inoltre, educare i ragazzi a “riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue”, oltre al “rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva”. È quanto chiede Galeazzo Bignami (Fi), attraverso una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa.
La scuola, rileva il consigliere, non può trascurare “le specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità, concordati con i genitori e non imposti senza alcuna informazioni a riguardo e senza consenso esplicito e consapevole”.
Bignami, citando, l’articolo 29 della Costituzione, sulla ‘famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’, e chiedendo un approfondimento dello stesso articolo nelle scuole, rimarca che “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna rappresenta l’unica istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita”. “Le istituzioni- conclude- devono, pertanto, garantire il rispetto della vita umana, delle famiglie, dei bambini e, infine, del diritto”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cr)