Con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale Lia Montalti (prima firmataria) e Marcella Zappaterra del Partito democratico intervengono sui fatti del liceo Michelangelo a Firenze dello scorso 18 febbraio.
Nello specifico, le due consigliere, nel chiedere la condanna per quanto avvenuto, sollecitano, con il coinvolgimento del ministero dell’Istruzione, “l’attivazione di percorsi di educazione civica e alla cittadinanza attiva affinché, attraverso la promozione della memoria dei fatti del ‘900, casi simili non accadano più”. È necessario, sottolineano, che “i principi e i diritti costituzionali alla libertà di pensiero e di critica, delle libertà democratiche e della non violenza siano garantiti a partire dalle scuole”. Così come è fondamentale, ripetono le due dem, che “si continuino a sensibilizzare i ragazzi al rispetto delle libertà democratiche, nonché a sollecitarne l’impegno contro l’indifferenza a difesa della Costituzione, ricordando le radici antifasciste della Repubblica”.
Lo scorso 18 febbraio a Firenze, davanti al liceo Michelangelo, “alcuni studenti – si legge nell’atto – sono stati aggrediti da militanti di destra”.
Montalti e Zappaterra, relativamente alla “presa di posizione della preside della scuola contro il fascismo, poi ammonita dal ministro Valditara”, sostengono che questo messaggio “rientra nel perimetro del mandato educativo del dirigente scolastico, che non solo aveva il diritto ma anche il dovere di ricordare agli studenti del suo istituto la storia, senza temere alcuna censura e tantomeno senza chiedere preventiva autorizzazione”.
Le due consigliere spiegano poi che “l’Emilia-Romagna ha vissuto con particolare intensità le più drammatiche vicende della storia italiana del ‘900: i fatti accaduti hanno segnato profondamente la storia della comunità regionale, generando sia il sentimento di una doverosa memoria degli eventi vissuti, e spesso subìti, sia l’esigenza di tramandare, in particolar modo alle giovani generazioni, documenti e materiali utili alla ricerca e allo studio storico”. Da molti anni in Emilia-Romagna, concludono, “tante realtà sono impegnate in queste attività di promozione e diffusione della storia del ‘900: diventa centrale sostenere la valorizzazione, la nascita e lo sviluppo di progetti e attività per coltivare la ‘memoria collettiva’ come una ‘pratica di cittadinanza attiva’”.
(Cristian Casali)