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Scuola. In commissione “bilancio” degli effetti della seconda ondata del coronavirus

Interventi dell’assessora Salomoni, che ha riferito dell’arrivo di altri 800 computer per gli istituti, e del direttore Versari: “Stiamo dando un senso a questo momento della vita dei nostri studenti”. Serio dibattito tra le forze politiche

Come la scuola emiliano-romagnola sta reggendo l’urto della seconda ondata del coronavirus? A confermare che, nonostante tutto, il mondo della scuola sta lavorando è la doppia comunicazione in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti: da un lato l’assessora regionale alla Scuola Paola Salomoni che ha fatto il punto su quanto avviene “tra i banchi” (ora sempre più virtuali) dopo i recenti Dpcm che hanno allargato le ore e le classi di didattica a distanza a seguito della recrudescenza della seconda ondata del coronavirus, dall’altro, sullo stesso tema, Stefano Versari, Direttore scolastico regionale. “Abbiamo messo a disposizione nuovi 800 computer per il mondo della scuola, questa nuova dotazione segue quella fatta durante la pandemia di marzo”, ha spiegato Salomoni, che ha poi sottolineato l’impegno per gli studenti diversamente abili e illustrato la programmazione futura. “Quando la scuola tornerà maggiormente in presenza dovremo fare i conti con il tema trasporti: le norme del Governo prevedono i mezzi pubblici al 50 per cento della capienza, quindi stiamo lavorando per farci trovare pronti”, ha rimarcato l’assessora, ricordando anche come “nelle università si applicano le norme statali, abbiamo voluto essere chiari su un punto: sedute di laurea e proclamazioni sono solo a distanza per evitare non tanto assembramenti dentro gli atenei, ma fuori dalle aule”. Dal canto suo il Direttore scolastico Stefano Versari ha fatto un punto dettagliato della situazione delle scuole emiliano-romagnole: “Siamo in una situazione estremamente fluida: l’evolversi della situazione sanitaria e relative norme ci spingono ad adattare continuamente l’attività delle scuole: questo comporta – ha sottolineato Versari – più coordiniamo, affinché tutte le scuole abbiamo comportamenti il più omogenei possibili”. Netto su cosa sta avvenendo: Nell’esistenza umana non può esserci un periodo di non senso, è lo stesso motivo per cui facciamo la scuola in ospedale: stiamo lavorando per dare un senso alla vita dei nostri studenti in questo momento, sarebbe devastante – ha spiegato Versari – che i bambini e i ragazzi pensassero che il tempo dei loro genitori ha un senso mentre il loro no. Per questo ci sono risorse per consulenze e sostegno agli studenti”. Scorrendo la relazione del Direttore scolastico regionale si scopre che le scuole hanno rimodulato gli orari e che uno dei problemi più seri è gestire non tanto i contagi, ma i ‘pseudocontagi’ ovvero le quarantene prudenziali per chi ha avuto contatti con persone risultate positivi al coronavirus. A sostegno Versari cita numeri, già comunicati alla Regione, ma ugualmente utili per dare il senso della mole di lavoro e di impegno a cui la scuola è esposta in questa fase: “Dal 14 settembre al 31 ottobre nella scuola ci sono stati 2mila contagi su 600mila studenti, numeri contenuti, ma se – ha evidenziato il Dirigente regionale – la gestione dei contatti è stata ed è impegnativa”. Le due relazioni di Salomoni e di Versari hanno offerto il destro a un serio dibattito politico. “Mi interrogo sul futuro della nostra scuola, in primo luogo sul tema della disabilità”, ha spiegato Valentina Castaldini (Fi), che ha poi invitato a premiare quelle realtà che applicano in maniera coraggiosa le norme dei Dpcm governativi. Castaldini ha anche chiesto conto delle dichiarazioni del sindaco del comune bolognese di San Lazzaro di Savena, che via facebook ha annunciato tamponi rapidi nelle scuole a breve. “Immagino che tutti i cittadini siano uguali, quindi immagino che non sarà solo a San Lazzaro, ma in tutta la Regione: è una cosa positiva, ma visto che ci attende un inverno molto lungo bisogna organizzarsi bene”. Per Marco Lisei (Fdi) è opportuno gestire meglio i tempi e il rapporto con l’Ausl quando in una scuola o in una classe si presenta un caso o un presunto caso di Covid-19. Il consigliere ha letto una lettera degli operatori di una scuola in cui si sono verificati casi di “malessere” generalizzato: “Ai genitori è stato solo detto di contattare i pediatri, ma nessuno dall’Ausl ha detto se nell’attesa di sapere se c’erano o no dei casi di coronavirus i bambini dovevano andare o meno a scuola”, spiega Lisei. Dal canto suo Silvia Zamboni (Europa verde) ha chiesto chiarezza sulle norme sulla ginnastica all’aperto, partendo da quanto avvenuto in un istituto comprensivo bolognese, mentre Valentina Stragliati (Lega) ha sottolineato la necessità di fornire il giusto numero di computer a tutte le scuole e di affrontare da subito il tema del trasporto pubblico scolastico. Un plauso al mondo della scuola e l’invito a portare la banda ultra larga a tutti i plessi della nostra regione è arrivato da Marco Fabbri (Pd), mentre Katia Tarasconi (Pd) ha invitato ad affrontare e risolvere il tema delle ore delle competenze trasversali e ha parlato della necessità della socialità tra ragazzi: “Parlo non solo da consigliera regionale, ma anche da mamma: ci stiamo concentrando molto sull’on line, ma dobbiamo cominciare a chiederci – ha spiegato – quando e come i ragazzi potranno tornare sui banchi di scuola, ne hanno tanto bisogno”. Sull’importanza della scuola e della socialità è intervenuta anche Marilena Pillati (Pd), che ha invitato a una riflessione di medio-lungo periodo sul futuro della scuola. L’apprezzamento e la costanza di Salomoni e Versari è stato il leit motiv dell’intervento di FedericoAlessandro Amico (ER Coraggiosa), che ha invitato a rafforzare l’impegno per il supporto agli studenti con disabilità e problemi cognitivi. Ai dubbi e ai quesiti dei consiglieri ha risposto Versarsi spiegando bene la differenza tra ginnastica e altre attività fisiche (“Se ci sono scuole che fanno confusione basta che mi venga segnalato e interverremo”) e ha riferito sulle difficoltà nella gestione del periodo di limbo, tra la segnalazione di un possibile caso di coronavirus e l’esito dei tamponi (“Non censuro l’operato di nessuno, siamo tutti in emergenza: ma se l’esito di un tampone mi arriva dall’Ausl dopo una settimana diventa complesso gestire questo periodo”). ”

 

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