Assicurare l’assolvimento dell’obbligo e del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, elevare le competenze generali delle persone, ampliarne le opportunità di acquisizione di una qualifica professionale, assicurarne il successo scolastico e formativo, anche contrastando la dispersione scolastica, e fornire una risposta coerente ai fabbisogni formativi e professionali dei territori. Queste le linee guida definite nella ‘Programmazione triennale in materia di offerta di percorsi di istruzione e formazione professionale per gli anni scolastici 2016/17, 2017/18 e 2018/19’, approvate dall’Assemblea legislativa con i voti dei Gruppi di maggioranza, Pd e Sel, astenuti Ln, M5s, Fdi-An e Fi.
La nuova programmazione, illustrata in Aula da Giuseppe Boschini (Pd), interesserà 71 istituti e 40 enti professionali per complessivi 600 percorsi formativi; 27.000 i ragazzi coinvolti nei corsi formativi. “Una programmazione- ha poi sottolineato il consigliere- finalizzata a valorizzare l’esperienza didattica e formativa e il potenziale strumentale di cui dispongono le istituzioni scolastiche e gli enti di formazione professionale accreditati, con l’obiettivo di garantire a tutti i giovani il successo formativo attraverso il conseguimento di una qualifica professionale triennale. in un quadro dell’offerta chiaro e stabile”. Rilevante, all’interno del documento, “l’aspetto territoriale”, che dovrà tenere conto “dei programmi di sviluppo socio-economici del territorio e degli sbocchi occupazionali in loco”. Particolare attenzione “al mercato del lavoro, in un contesto di rafforzamento e miglioramento della qualità, attraverso la promozione dell’innovazione didattica e organizzativa”. Tra gli obiettivi, anche “la continuità e il consolidamento dell’offerta, ponendo grande attenzione alle strutture, ai laboratori didattici, alla stabilità del personale e all’inclusione socio-educativa degli studenti nonché alla capacità di organizzare stages in azienda e tirocini”. Gli accordi sanciti in sede di Conferenza Stato-Regioni hanno individuato 22 figure professionali di riferimento nazionale per i sistemi regionali di IeFP rispetto alle quali sono correlate 25 qualifiche professionali regionali omologhe, “che ne rappresentano una contestualizzazione rispondente ai fabbisogni professionali del territorio”.
Per Marco Pettazzoni (Ln), “solo belle parole che devono però trovare riscontro nei fatti”. “La riduzione dei doppioni- ha detto- non basta, occorre una filiera che colleghi l’offerta al territorio e al suo mondo produttivo”. Stefano Bargi (Ln) ha chiesto alla Giunta di andare “a premiare gli Enti e gli Istituti che riescono ad occupare realmente la gente, guardando, anno per anno, i risultati ottenuti”.
Tommaso Foti (Fdi-An) si è detto d’accordo nel rivedere il sistema della formazione, “ma bisogna fare attenzione che questa non diventi un luogo di parcheggio”. Inoltre, “l’accreditamento deve essere lo strumento per incentivare coloro che organizzano i corsi. Infine, occorre attenzione- ha sottolineato il consigliere- agli espulsi dal mondo del lavoro, in particolare i cinquatenni”.
A conclusione del dibattito, l’assessore Patrizio Bianchi si è impegnato ad approfondire in commissione le osservazioni avanzate dai consiglieri.
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