Scuola giovani e cultura

SCUOLA. MENÙ INTERCULTURALI A PARMA, RAINIERI (LN): “CONTRADDICE NORMA REGIONALE E NUOCE A INSERIMENTO SOCIALE IMMIGRATI”; ASSESSORE CASELLI: “CIBO E ALIMENTAZIONE IMPORTANTI PER INTEGRAZIONE”

Sul progetto del Comune di Parma, interrogazione del consigliere che sottolinea anche “il danno economico ai produttori agricoli locali”. La replica della Giunta: “Nessun nostro finanziamento, ma non vi è alcun contrasto con la legislazione regionale”

Fabio Rainieri (Ln) ha presentato una interrogazione a risposta immediata in Aula a proposito del progetto intitolato “Menù Interculturali a Scuola”, avviato dal Comune di Parma in collaborazione con Camst e rivolto alle scuole primarie e secondarie del capoluogo.

Rainieri afferma che questa iniziativa sarebbe “chiaramente in contrasto con la normativa e gli indirizzi della Regione per l’orientamento ai consumi e l’educazione alimentare”, e chiede alla Giunta di intervenire, “per riportare le iniziative del Comune di Parma all’interno degli indirizzi regionali”. Cita la Legge regionale 29/2002 e il conseguente Programma regionale per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare, dove si indica “la priorità di valorizzare i cibi tradizionali e le produzioni locali, nonché il rapporto diretto con il settore primario dell’agricoltura emiliano romagnola”. Al contrario, l’iniziativa del Comune di Parma “non va nella direzione di consolidare l’identità culturale di cui il cibo è parte fondamentale, e nuoce anche all’inserimento sociale degli immigrati, promuovendo l’idea che non sia importante adeguarsi agli stili di vita della comunità ospitante”.

L’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, ha replicato dicendo di non condividere la valutazione contenuta nell’interrogazione. “È convinzione della Giunta- afferma- che l’integrazione culturale passi attraverso la conoscenza reciproca, la condivisione delle esperienze. Nessun finanziamento regionale è andato a sostegno dell’iniziativa parmense- ha aggiunto Caselli- ma non vi si ravvisa alcun contrasto con la legislazione regionale e il Programma per l’orientamento ai consumi”. Aggiunge poi che “occorre non dimenticare che oltre il 15% degli studenti della scuola dell’obbligo, in Emilia-Romagna, è costituito da stranieri, a fronte di una media nazionale del 9%. E poiché cibo e alimentazione rappresentano elementi importanti per un’effettiva integrazione, e i menù etnici possono essere largamente prodotti a partire dalle produzioni locali, non si riscontra alcuna contraddizione in un progetto locale, che oltretutto- chiude l’assessore- si sviluppa su solo 4 giorni, meno del 2% delle giornate di un anno scolastico”.

Rainieri si è detto insoddisfatto della risposta. Alle argomentazioni che fanno da base all’interrogazione, rimarcando “il danno economico ai produttori agricoli locali, si aggiunge il fatto- replica-, testimoniato da notizie di stampa, secondo il quale molti studenti si stanno rifiutando di consumare il menù etnico. Nessuno dovrebbe essere obbligato a consumare pasti che si discostano vistosamente con le abitudini dei nostri territori”; l’invito alla Giunta è quello “di ripensare alla valutazione esposta, perché non deve passare il messaggio che ogni istituzione locale può scavalcare le leggi come nel caso in oggetto”, conclude il consigliere.

(rg)

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