E’ stata respinta la risoluzione della Lega e di Rete Civica che impegnava la Regione “ad effettuare controlli presso gli istituti scolastici affinché i progetti formativi proposti alle famiglie, finanziati direttamente o indirettamente da Regione Emilia-Romagna, siano oggetto di un consenso informato da parte dei genitori dei minori, trasparente e dettagliato”.
Il documento è stato votato in commissione Cultura, scuola e formazione presieduta da Francesca Marchetti, ed era stato presentato da Simone Pelloni (Lega) e firmato anche dai colleghi di gruppo Matteo Montevecchi e Valentina Stragliati e da Marco Mastacchi (Rete Civica). A favore si è detto il centrodestra, mentre la maggioranza ha espresso voto contrario.
Nella richiesta, il consigliere del Carroccio ha sostenuto anche che i progetti comprendano il “programma completo e qualora vengano ravvisate delle inosservanze in tal senso la Regione Emilia-Romagna si adoperi affinché vengano revocati all’Istituto, i contributi e/o i finanziamenti inerenti al progetto somministrato”.
Al centro della risoluzione c’è un progetto, legato ad affettività e sessualità, nelle classi 5° della Scuola Primaria “E. De Amicis” di Marano sul Panaro (Modena). Il progetto venne presentato a genitori e studenti nell’aprile 2022 e ai ragazzi venne consegnato il modulo per il consenso informato, ma senza un programma allegato. Alcuni genitori chiesero di conoscere i contenuti e il 20 aprile nella presentazione, firmata “dallo psicologo e psicoterapeuta curante del progetto e contenente espressioni quali: masturbazione, orgasmo, LGBT, transgender, genderfluid, genderless, pedofilia e pedopornografia”. Il 29 aprile sul sito dell’Istituto venne pubblicato il programma “ma con contenuti sostanzialmente differenti rispetto al precedente programma” contenente un accenno generico agli argomenti.
Secondo Pelloni “nel caso in questione la violazione della corretta applicazione del consenso informato, sul progetto di ampliamento dell’offerta formativa da parte dell’Istituto Comprensivo, mette in evidenza il mancato rispetto del rapporto fiduciario tra genitori e Scuola”. Oltre al tema della sessualità – ancora al centro di un forte dibattito se affrontato con minori della scuola primaria – il consigliere scrive che “l’educazione dei figli è prerogativa dei genitori che possono delegare la Scuola attraverso la sottoscrizione del Patto Educativo ovvero attraverso il consenso informato per i singoli progetti formativi”. In commissione Pelloni ha scandito che “si tratta di una vicenda spiacevole dal punto di vista della comunicazione e della correttezza”.
Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha sottolineato “il riferimento etico ai diritti delle famiglie. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dice che i genitori hanno il diritto di conoscere e scegliere l’educazione impartita ai loro figli. I bambini, che hanno diritti, sono soggetti dell’istruzione e non oggetti”.
Francesca Maletti (Partito democratico) ha ricordato come “il decreto del 2001 affermi che i dirigenti scolastici sono inquadrati dalla Regione e valutati sul loro operato. La legge 59/97 definisce che la scuola ha autonomia organizzativa e didattica. C’è una libertà di metodologia, nel rispetto delle pluralità, compresa quella dell’offerta di argomenti opzionali. C’è il diritto-dovere della famiglia di dare un’opzione rispetto all’educazione, ma questo va fatto negli organismi preposti: i consigli di istituto. E’ lì che si decidono i progetti opzionali. Non è la Regione che può intervenire”. Pelloni ha replicato che, che al di là di questo caso, “non mi aspettavo che la risposta fosse “questa è una attività ordinaria e non si può chiedere che la Regione intervenga”. Ma la Regione quando eroga contributi diretti e indiretti deve svolgere un controllo. Cosa che oggi abbiamo capito non essere avvenuta”. Maletti ha risposto che “parlare di controlli sui finanziamenti è pleonastico, vengono fatti. Se si ravvisa un illecito, allora si fa un esposto in procura”.
Per Marco Mastacchi (Rete Civica) “la risoluzione sottolinea la trasparenza. E’ vero che i consigli di istituto hanno un ruolo, ma servono regole e necessarie verifiche e controlli. Se pochi genitori possono decidere su temi così delicati è giusto che la Regione intervenga”.
Marta Evangelisti (FdI), condividendo l’opinione di Mastacchi, ha affermato che “il punto è l’opportunità: la Regione svolga controlli, ma si sinceri anche che le famiglie siano a conoscenza dei vari progetti. Spesso la scuola o i docenti spiegano solo che il progetto è condiviso, una sorta di “certificato”, dalla Regione, ma a volte restano oscuri i dettagli dei progetti”.
(Gianfranco Salvatori)
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