Sul disegno di legge del Governo che intende riformare il sistema scolastico, l’Assemblea legislativa regionale è stata impegnata nella seduta di ieri pomeriggio in un dibattito che ha messo a confronto tre diverse risoluzioni.
Con 21 voti a favore (Pd), 2 astenuti (Sel) e 15 contrari (M5s, Fi, Fdi, Ln) è stato approvato il documento presentato da numerosi consiglieri del Pd, primo firmatario Giuseppe Boschini.
Con 22 no (Pd) e 15 sì (M5s, Ln, Sel, Fi, Fdi) è stata respinta la risoluzione presentata da Giulia Gibertoni e altri del Gruppo M5s.
Con 25 no (Pd, Fi, Fdi), 7 sì (Sel, M5s) e 5 astenuti (Ln) è stata respinto il documento presentato da Pier Giovanni Alleva (AltraER).
La risoluzione approvata, quella del Pd, impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo con la richiesta di definire “i contenuti del piano di assunzione e stabilizzazione dei precari nel modo più ampio e equo possibile, rendendo effettivi gli emendamenti già presentati in Commissione dal Partito democratico, con riguardo ad alcune criticità sulle quali occorre porre la massima attenzione”. Per esempio, il problema degli idonei al concorso del 2012 e gli abilitati negli ultimi anni “ai quali risulterebbe preclusa la possibilità di iscriversi alle graduatorie da cui verrà attinto il personale docente da inserire in ruolo”. O ancora “il problema dei supplenti di lungo corso con almeno 36 mesi di insegnamento”. L’atto chiede quindi che il Governo proceda nel rispetto dei principi costituzionali, del pronunciamento della Corte di giustizia europea e dei fabbisogni di organico “determinati sia dai posti vacanti che dalla riforma in itinere, affrontando nel modo più ampio e corretto possibile le criticità richiamate”, tra le quali vengono menzionati – tra gli altri – “anche gli abilitati a seguito di percorsi cosiddetti Tfa o Pas, il cui titolo consente l’accesso al concorso, ma non al ruolo”. La risoluzione impegna inoltre la Giunta “a proseguire nell’impegno profuso nel progettare, per quanto di competenza, un sistema di istruzione inclusivo, qualificato e qualificante a livello regionale, sostenendo nel territorio nella fase attuativa di riforme programmate e in fase di approvazione a livello regionale”.
Le risoluzioni respinte contenevano giudizi fortemente critici nei confronti delle proposte finora avanzate dal Governo, evidenziando la forte preoccupazione che non si adottino i provvedimenti necessari a combattere il precariato.
Il documento Gibertoni (M5s) cita la Terza sezione della Corte di giustizia europea, che si è pronunciata in via pregiudiziale sulla conformità della normativa italiana in materia di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola, e segnala come “vi siano oltre 140 mila insegnanti con contratti a termine rinnovati più volte, anche da molti anni”. Il piano del Governo denominato “La buona scuola” “non terrebbe in considerazione i docenti abilitati nelle graduatorie di istituto di II fascia, rischiando di cancellare le carriere di migliaia di persone e condannandole a una lunga disoccupazione”. Veniva chiesto, infine, “di procedere agli assorbimenti in base alla provincia di iscrizione nella graduatorie, prevedendo solo in subordine di attingere dalle graduatorie di altre province e regioni, e senza preclusioni per i docenti con anzianità pari o superiore a 36 mesi”.
Il documento Alleva (AltraER), a sua volta, sosteneva che il Governo “dopo aver annunciato la stabilizzazione di 150.000 precari della scuola, non avrebbe intrapreso azioni chiare e concrete per l’immissione a ruolo dei lavoratori precari”. In Emilia-Romagna, è scritto in questa risoluzione, “lavorano con contratti a tempo determinato circa 20.000 insegnanti e in 2.500 fra il personale Ata”. E nel documento si ricorda come molti lavoratori della scuola, con l’appoggio legale delle sigle sindacali hanno presentato ricorso contro il ministero, “e alcuni di questi ricorsi abbiano già avuto esiti favorevoli”: del resto, “la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 26 novembre 2014 sancisce definitivamente che la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione, poiché il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Giulia Gibertoni (M5s), Andrea Liverani (Ln), Giuseppe Boschini (Pd), Igor Taruffi (Sel), Giuseppe Paruolo (Pd), Daniele Marchetti (Ln), Francesca Marchetti (Pd), Galeazzo Bignami (Fi), Tommaso Foti (Fdi), Gabriele Delmonte (Ln) e l’assessore Patrizio Bianchi.
(rg)