L’aula ha approvato la proposta sugli indirizzi per gli interventi di qualificazione e miglioramento delle scuole dell’infanzia, con il voto a favore del Partito democratico, l’astensione di Lega nord, Movimento Cinque Stelle, Michele Facci (gruppo Misto Mns), Andrea Galli (Forza Italia), Gian Luca Sassi (gruppo Misto), Sinistra Italiana e Silvia Prodi (gruppo Misto) e il voto contrario di Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia).
Le risorse messe a bilancio ammontano a 4 milioni e 700 mila euro, distribuite tra le province e le città metropolitane. Le scuole dell’infanzia, in tutta la regione, sono 1.560, di queste il 47 per cento sono statali, quelle paritarie il 52,9%. Il 49,3% dei bambini frequenta quelle statali, il restante 50,7% quelle non statali (paritarie e private). Ma se a Bologna la tradizione delle scuole comunali è radicata, la particolarità riguarda Piacenza: non esiste nessuna scuola dell’infanzia comunale.
Nel dibattito Tagliaferri ha esposto le ragioni della sua contrarietà all’atto: “Non ne condivido né la forma – visti i 18 mesi di vita, che priverà una nuova e diversa Giunta di intervenire su una programmazione fortemente ideologica e divisiva come quella proposta – né la sostanza, perché l’atto va a prorogare quanto già contenuto nel precedente. Tra le indicazioni cui le Province e la Città metropolitana dovranno attenersi, infatti, ci sono tematiche quali ‘l’educazione interculturale’ e ‘l’educazione alle differenze’: contenuti che andrebbero a favore della fine di ogni responsabilità educativa e di guida degli adulti nei confronti delle giovani generazioni. Il tutto condito in salsa gender, con un pizzico di multiculturalità. Quanto alle risorse, avrebbero potuto andare a premiare le strutture che sono riuscite a garantire un miglior contenimento delle rette”.
Francesca Marchetti (Partito Democratico) ha giudicato “opinabili, scorrette e strumentali” le parole di Tagliaferri. “Quando si parla di educazione alle differenze, il consigliere non ha citato l’inclusione prevista ai disabili. E comunque tutte le azioni educative saranno concordate con i genitori, che verranno sempre coinvolti. Il punto fondamentale del piano è la qualità dell’offerta formativa, la creazione di un’interconnessione tra enti locali e scuole dell’infanzia paritarie, comunali e statali. Non andiamo a finanziare semplicemente un mondo associativo, ma viene premiata l’aggregazione delle scuole, nel tentativo di dare più garanzie possibili ai bambini nelle fasce 0-3 e 0-6 anni. E nei 18 mesi di tempo si darà l’opportunità alla nuova giunta di approvare nuovi indirizzi. Con questo piano si va a prorogare risorse che già hanno portato a grandi risultati”.
Sono stati accolti i tre emendamenti sul piano tecnico presentati da Raffaella Sensoli (Movimento 5 Stelle), due dei quali subemendati sempre dai dem e a prima firma Marchetti.
(Stefano Chiarelli)