In diverse aree dell’Emilia-Romagna si sta ripresentando la questione dell’assegnazione all’esterno di servizi educativi e ricreativi pubblici, svolti finora con personale assunto dai Comuni con contratti a tempo determinato: ne è una testimonianza la protesta delle organizzazioni sindacali e i numerosi ricorsi avanzati dai lavoratori dei nidi e delle materne in diversi comuni.
E’ quanto segnala Raffaella Sensoli (M5s) in un’interrogazione rivolta alla Giunta dove rileva che la legge 160/2016 apre la possibilità ai Comuni di procedere, per gli anni 2016, 2017 e 2018, a un piano triennale straordinario di assunzioni, a tempo indeterminato, di personale insegnante e educativo necessario a mantenere i livelli di offerta formativa.
“I Comuni – aggiunge – hanno quindi la possibilità di procedere a piani per l’assunzione nell’ambito dei servizi educativi, stabilizzando, da un lato, i numerosi lavoratori precari del settore, che avrebbero comunque potuto beneficiare di quanto previsto dalla recente normativa, e, dall’altro lato, realizzando forme di qualificazione e estensione di servizi la cui qualità è determinata dalla professionalità e dalle condizioni di lavoro nelle quali opera il personale, a partire da quello con funzioni educative”.
Da Rimini a Bologna a altre località – evidenzia ancora Sensoli – vediamo riproporsi lo stesso schema che porta verso esternalizzazioni evitabili, verso il ritiro dell’intervento pubblico da ambiti che invece dovrebbero trovare un crescente impegno anche alla luce di chiare indicazioni derivante da norme nazionali e europee. A farne le spese – denuncia – sono quindi i lavoratori, in un settore in cui è fortemente prevalente la componente femminile, ma anche gli utenti, in questo caso i bambini e le famiglie, che devono comunque affrontare costi rilevanti per servizi gestiti da soggetti privati che non garantiscono i trattamenti retributivi e contrattuali del settore pubblico. La stessa situazione – rileva – si propone anche nel caso dei cosiddetti “centri anni verdi”, rivolti a ragazzi fra 11 e 14 anni, che verranno gestiti da soggetti privati in misura rilevante, individuati attraverso appalti quando sarebbe possibile procedere a un adeguamento della struttura pubblica e della relativa organizzazione.
Sensoli chiede quindi alla Giunta se, nei casi di esternalizzazione dei servizi, in fase di rinnovo della convenzione, intenda sollecitare un aumento delle tutele lavorative del personale impiegato nel settore dei servizi educativi e sostenere le richieste dei lavoratori precari dei servizi educativi e delle organizzazioni sindacali per evitare la dispersione di competenze professionali e di esperienze.
La consigliera invita quindi l’esecutivo regionale a sollecitare i Comuni affinchè chiudano i contenziosi in atto con il personale precario dei servizi educativi con conciliazioni che riconoscono il diritto di questi lavoratori e lavoratrici ad essere assunti e sollecita la realizzazione di tavoli tecnici con gli enti locali per verificare le condizioni attraverso cui procedere con le opportunità aperte dalla legge 160.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)