L’affidamento del servizio idrico, da parte dei comuni montani che lo gestiscono in forma diretta, all’Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti (Atersir), gestore unico regionale, secondo quanto previsto dalla legge Sblocca Italia, è oggetto di una interpellanza presentata da Stefano Bargi, primo firmatario, Gabriele Delmonte e Daniele Marchetti (Ln).
“La legge Sblocca Italia”, spiegano i consiglieri, “richiama il principio di unicità della gestione del servizio idrico per ambito territoriale ottimale, vale a dire l’intero territorio regionale o, per motivi di efficienza, un territorio non inferiore a quello di una provincia”, e “fissa il 30 settembre 2015 come termine perentorio per adottare i provvedimenti finalizzati ad affidare il servizio al gestore unico, con la conseguente decadenza degli affidamenti non conformi”.
I Comuni di Fiumalbo, Montese e Fanano (Mo), Lizzano in Belvedere e Granaglione (Bo), Toano (Re), che gestiscono il servizio idrico in forma diretta, quindi non conforme alla nuova normativa, “hanno ricevuto una comunicazione da Atersir con la quale si sollecita a conformarsi alle disposizioni di legge e a concordare, con la stessa Atersir e con i gestori del servizio, tempi e modalità del nuovo affidamento”.
“Chiediamo, pertanto, alla Giunta regionale”, concludono Bargi, Delmonte e Marchetti, “come si valuti la solerzia di Atersir e se, dopo il 30 settembre, Atersir procederà nell’assegnazione del servizio idrico a gestore terzo a trattativa diretta o attraverso bando di gara”. Considerato, infine, che i suindicati comuni montani traggono rilevante vantaggio dalla gestione diretta dell’acqua, “chiediamo che la Giunta si attivi presso il Governo e le Camere al fine di modificare la legge Sblocca Italia innalzando la soglia minima di 1.000 abitanti oggi prevista per la gestione in forma diretta del servizio idrico da parte di un comune”.
(lg)