In caso di abuso il 63% dei minori vorrebbe rivolgersi a una persona fisica e non cercare un interlocutore online, il 74% andrebbe a parlare ai genitori, mentre il 68% si rivolgerebbe ad amico. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Commissione europea su un campione di 1.000 bambine e bambini europei e presentata da Silvia Testi (Direzione Generale della Giustizia e dei consumatori della Commissione europea) intervenuta nel corso della Sessione europea discussa dalle commissioni Cultura (presieduta da Francesca Marchetti), Politiche per la Salute (presieduta da Ottavia Soncini) e Parità (presieduta da Federico Alessandro Amico).
“Sulla base della ricerca, il 27 marzo prossimo la Commissione renderà pubblica una ‘raccomandazione’ in tema di tutela dei minori”, spiega Testi per la quale “occorre realizzare una giustizia a misura di bambino e trovare le modalità per offrire un supporto su larga scala. L’Ue vuole un sistema integrato di protezione dei minori che per funzionare deve essere declinato su base regionale partendo da sistemi di controllo e di studio”.
Allo stesso tempo l’Ue è attenta alla scolarizzazione e all’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e chiede agli Stati membri di avere un tasso di occupati del 78% nella fascia di età 20-64 anni (media italiana: 64,8%, quella emiliano-romagnola del 74,8%) e che i Neet (cioè i giovani che non lavorano e non studiano) non superino il 9% (Italia il 19%, Emilia-Romagna 11,9%).
A conferma dell’impegno della Ue per minori anche Alessandro Barazza, dottorando di ricerca in Diritto Europeo all’Università di Bologna, ha ricordato come “il quadro normativo europeo prevede la tutela dei diritti dei minori anche se l’Unione non dispone di una competenza specifica. Sono comunque in essere progetti importanti, tra cui quelli per contrastare la tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale dei minori, attenzione più spiccata rispetto al digitale e all’uso che i minori fanno dei social e delle piattaforme on-line. Per il 2024 l’impegno della Commissione è rafforzare la protezione integrata dei minori. Le Regioni possono incidere come attuatori delle regole e nel monitoraggio. Possono avere inoltre un ruolo fondamentale di coordinamento e supporto alzando il livello di consapevolezza”.
“Nel 2024 vogliamo potenziare l’attenzione verso i minori, lo facciamo partendo da quanto fatto nella Sessione europea 2023 quando ci siamo occupati del Programma Garanzia infanzia e il lavoro fatto a riguardo nelle commissioni assembleari è stato declinato nella quotidianità andando oltre il solo periodo della Sessione europea 2023”, spiega la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd), mentre il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) ricorda come “l’Ue esiste come la conosciamo da un quarto di secolo, è arrivato il momento di dare dei segnali: questa sessione europea è a cavallo tra la commissione in carica e quella che verrà nominata dopo le elezioni europee del prossimo giugno”.
Per la presidente Marchetti “l’approccio dell’Unione sui diritti dei bambini è cambiato ed è un buon inizio per rispondere a sfide che in questa fase storica li coinvolgono direttamente. La nostra Regione fa la sua parte: con l’Assemblea delle ragazze e dei ragazzi coglie lo spirito di offrire protagonismo e coinvolgimento nelle politiche a loro rivolte. Attenzione particolare meritano l’aumento delle povertà, la salute mentale e l’uso sicuro del digitale”. Il presidente Amico ha ricordato come “in questa legislatura grazie ai fondi strutturali abbiamo garantito maggiore accesso all’istruzione dando un segno concreto dell’attenzione rivolta ai minori” mentre la presidente Soncini ha sottolineato “l’importante lavoro svolto con la Garante dei minori sul tema del ritiro sociale e della povertà educativa. Per dare un futuro al Paese è determinante l’attenzione ai più piccoli”.
(Lucia Paci e Luca Molinari)