La Sessione europea 2015, conclusasi con l’approvazione in Assemblea legislativa, a larga maggioranza, della risoluzione “Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”, ha visto confrontarsi in Aula i Gruppi sui temi europei.
La “vocazione europea dell’Emilia-Romagna, testimoniata dai dati sull’export e dalla varietà degli scambi sociali e culturali in atto”, è stata sottolineata da Roberto Poli (Pd), nel motivare il convinto sostegno del suo Gruppo alla risoluzione uscita dalla I Commissione. Un “consenso largo e positivo”, ha aggiunto, “pur in presenza di valutazioni politiche diverse, che investono anche l’appartenenza dell’Italia all’Ue”. Al contrario, “per il Pd l’Europa è la casa comune e servono istituzioni più forti e legittimate per affrontare problemi urgenti e drammatici, e contrastare le risorgenti spinte xenofobe”. Per il Gruppo Pd, Gianni Bessi ha poi illustrato il senso della risoluzione presentata sul tema del partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip), chiarendo come “ogni Trattato internazionale debba generare maggiore fiducia e cooperazione fra i popoli coinvolti”.
“Delusione per le deliberate omissioni nell’intervento del presidente Bonaccini”, è stata espressa da Alan Fabbri (Ln), che ha fatto l’esempio “delle conseguenze delle nefaste sanzioni commerciali contro la Russia” e introdotto il contenuto di alcuni emendamenti al testo della risoluzione discussa in Aula. A suo giudizio, “sull’agricoltura si scontano scelte (latte, zucchero, introduzione dell’Imu) che se non invertite porteranno al latifondo, affossando piccole e medie imprese”; la “Direttiva Bolkenstein pone pesanti ipoteche sul futuro degli stabilimenti balneari”; infine, sulla “cruciale questione dell’immigrazione”, il capogruppo Ln ha parlato di “dilettantesco atteggiamento di Renzi e del governo, a confronto degli atti concreti assunti da Paesi come la Francia”. E ha concluso che “senza una riflessione autocritica sulle scelte europee compiute dall’Italia negli ultimi trent’anni, si andrà verso una progressiva marginalizzazione del nostro Paese”.
“Siamo nella fase più difficile e imbarazzante nella storia dell’Ue”, ha detto Andrea Bertani (M5s), secondo il quale “si è smarrito lo spirito originario dell’Unione europea, e questo spiega anche il tracollo nella partecipazione al voto per il Parlamento europeo”. “Manca una politica estera comune, e si è invece consolidata una tecnocrazia che ha reso i processi decisionali sempre meno democratici”. Bertani ha rivendicato il contributo del suo Gruppo alla stesura della risoluzione, “in particolare sui temi ambientali, energetici e del cambiamento climatico”. E ha concluso sostenendo “la necessità di rivedere il Trattato di Dublino per rispondere alla questione dell’accoglienza dei profughi”.
Il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti “è destinato a trasformare la vita dei cittadini europei”, secondo Piergiovanni Alleva (l’Altra Emilia-Romagna), per il quale “è eufemistico chiedere maggiore trasparenza, perché si è di fronte a una trattativa impenetrabile, segretissima, nella quale non si conosce nemmeno cosa stia sostenendo l’Europa”. “È forte il rischio di abbattere garanzie giuridiche, diritti conquistati dai lavoratori europei: perciò si tratta di capire non solo quale sarà la qualità dei prodotti commercializzati, ma come si potrà produrli, con quali regole, altrimenti- ha concluso Alleva- si assisterà a un pauroso arretramento dei livelli di tutela dei cittadini e dei consumatori europei”.
“Nata come Europa dei popoli, per assicurare pace e prosperità, si è trasformata in Europa dei mercati e ora decade a Europa dei mercanti, attenta al diametro dei piselli e disinteressata a problemi epocali”: così Tommaso Foti (Fdi). “Sulla difesa, sull’immigrazione, sugli Ogm- ha proseguito- è evidente la marginalità, l’irrilevanza dell’Italia in sede europea”. Quanto al TTIP, “la segretezza non è il suo peggior difetto- ha sostenuto Foti- e lo dimostrano le fondate critiche che si appuntano sul Trattato da opposte visioni politiche”.
Per Igor Taruffi (Sel), “l’Ue non è solo vincoli, ma anche opportunità da cogliere. Tuttavia, il sogno degli Stati Uniti d’Europa rischia di venir oscurato dall’azione dell’attuale tecnocrazia europea. Ci sono 40 milioni di cittadini europei senza lavoro e questa non appare una priorità per la Commissione Ue”. Altrettanto criticabile “è puntare l’attenzione sul rimpatrio forzato, anziché sulle cause e sulla dimensione del dramma di milioni di persone che fuggono da luoghi devastati dalle guerre e dalla violazione dei diritti umani”. Per Taruffi, il TTIP suscita poi “forti preoccupazioni, perché la trattativa avviene senza alcuna consultazione democratica e sembra preludere a un ulteriore svuotamento delle sedi democraticamente elette”.
Gli emendamenti alla risoluzione approvati in Aula hanno spinto anche Fi a votare a favore del documento. In sede di dibattito generale, il capogruppo Galeazzo Bignami (Fi) era stato critico: “Troppe le lacune, in parte evidenziate dagli emendamenti della Lega, che Fi intende sostenere: non si affronta la questione delle gravi conseguenze per l’Emilia-Romagna delle sanzioni commerciali contro la Russia, mancano riferimenti precisi a ciò che potrà derivare dall’applicazione della Direttiva Bolkenstein, e non si pone l’urgenza di una necessaria revisione dei Trattati europei per affrontare la questione dei profughi e dei clandestini”. Inoltre, secondo Bignami, “per il terzo anno consecutivo si critica il Patto di stabilità per la quota di cofinanziamenti pubblici, ripetendo le stesse invocazioni senza aver ottenuto alcun risultato”.
Il capogruppo Pd, Stefano Caliandro, ha motivato il voto favorevole alla risoluzione e a quella sul TTIP del M5s “in forza del positivo accoglimento, da parte di Ln e M5s, degli emendamenti e sub emendamenti proposti dal Pd, un contributo che suggella l’efficace lavoro dai consiglieri del Gruppo nel lungo iter della Sessione”. Di contro, ha espresso voto contrario alla risoluzione di Sel e AltraER “per l’atteggiamento di chiusura pregiudiziale nei confronti dei negoziati in corso, una posizione che non coglie la portata epocale di un accordo”, quello sul TTIP, che “se andasse in porto rappresenterebbe un’importante opportunità per l’export della nostra regione”.
(rg)