Gestione dell’Intelligenza Artificiale, sostegno all’energia eolica, transizione ecologica, resilienza idrica, potenziamento delle biotecnologie e impegno per la tutela dei minori. L’Emilia-Romagna chiede un’Unione europea più giusta e solidale. Al via in Assemblea legislativa il dibattito sulla Sessione europea 2024, il momento in cui la Regione riflette sul rapporto con l’Ue.
“Il pensiero corre all’alluvione che la Romagna ha subito a maggio 2023 e ai danni, materiali e umani, che hanno messo a dura prova il nostro territorio. L’Europa ci è stata vicina e colgo anche l’occasione per ringraziare il Parlamento europeo che ha deciso di portare ‘l’Evento europeo della gioventù 2024’ a Forlì dal 17 al 19 aprile. Con migliaia di giovani europei, ricorderemo l’anniversario dell’alluvione e discuteremo sul futuro dell’Europa”, spiega la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti che ricorda come “per un’Europa più forte nel mondo, ci sono due temi in particolare che credo saranno anche al centro del dibattito elettorale, oltre al posizionamento dell’Unione europea rispetto ai conflitti in Ucraina e in Palestina: l’immigrazione e l’Unione della difesa. Su questi punti dobbiamo ricordare i diritti e i valori che hanno vista nascere l’Europa unita. Solo mettendo da parte i nazionalismi e agendo come un corpo solo, l’Unione europea potrà affrontare sfide così complesse. Dobbiamo scegliere cosa vogliamo essere e decidere come quel progetto così ambizioso, ma anche così lungimirante, dei padri fondatori può continuare a crescere. Auspico che il messaggio arrivi a tutti i cittadini europei e che la gente vada a votare per esprimersi. Certo non dobbiamo trascurare, in questi tempi di social e informazione mordi e fuggi, dove si perde la fonte delle notizie che circolano, il rischio di indebite influenze esterne. Confido molto nelle giovani generazioni, nel loro desiderio di pace e di abbattere le barriere, perché l’Unione europea è soprattutto questo: pace, diritti e opportunità per tutti”.
“Puntiamo a migliorare i rapporti tra l’Emilia-Romagna e l’Unione europea, in particolare ci siamo concentrati su temi come l’Intelligenza Artificiale, gli impianti eolici off shore e l’industria aereospaziale, un settore molto importante per il nostro territorio”, spiega il relatore di maggioranza Marco Fabbri (Pd) che si sofferma soprattutto sulla necessità di governare l’Intelligenza Artificiale cogliendone tutte le opportunità in materia di supercalcolo e supercomputer e al contempo di garantirne una gestione etica. “E’ una sfida epocale – sottolinea Fabbri – per far crescere il nostro tessuto economico, così come dobbiamo tutelare i minori e le persone fragili. Dobbiamo capire che da soli non possiamo affrontare le sfide difficile che abbiamo davanti”.
Il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) ricorda: “Siamo ormai alla fine della legislatura del Parlamento e della Commissione europea, è quindi tempo di bilanci e di valutazioni. Da parte dell’Unione europea mi aspetterei un atteggiamento meno succube e meno servile verso gli Usa. La Regione dovrebbe trasferire all’Ue solo pareri tecnici, ma anche le valutazioni politiche che vengono fatte da parte dei consiglieri regionali”.
La richiesta di viale Aldo Moro si basa anche sui risultati raggiunti in questi anni dalla Regione, che, sui principali indicatori relativi a lavoro, sviluppo e diritti si pone sopra la media italiana e si avvicina agli standard previsti dall’Unione europea. A confermarlo i numeri. L’Ue chiede agli Stati membri di avere un tasso di occupati del 78% nella fascia di età 20-64 anni: la media italiana è del 64,8%, quella emiliano-romagnola del 74,8%; per l’Ue i Neet (cioè i giovani che non lavorano e non studiano) non devono superare il 10%: in Italia sono il 19%, in Emilia-Romagna l’11,9%; l’Ue stabilisce che il 3% del Pil debba essere destinato alla ricerca: la media italiana è pari all’1,56%, quella regionale al 2,28%; l’Europa chiede di raggiungere il 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili: media italiana 13%, in Emilia-Romagna 21,8%; l’Ue chiede di avere meno del 9% di abbandoni scolatici: lungo la Penisola sono l’11,5%, lungo la via Emilia il 9,5%.
(Lucia Paci e Luca Molinari)