Ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di almeno 15 milioni (di cui almeno 5 milioni dovrebbero essere bambini), garantire che almeno il 78 per cento della popolazione tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro, assicurare che almeno il 60 per cento di tutti gli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione.
Rafforzare la dimensione sociale dell’Europa per far fronte alle sfide rivolte a una ripresa equa, inclusiva e resiliente e alla transizione verde e digitale è la principale sfida dell’Unione europea (da concretizzare entro il 2030). L’argomento è stato affrontato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, nella seduta dedicata alla sessione europea. Sul parere e sui provvedimenti collegati la commissione si è espressa favorevolmente.
La presidente Soncini è intervenuta sottolineando l’importanza degli obiettivi sul digitale, sugli spazi sanitari, sulla disabilità e sulle politiche per il sociale: “Mi preme sottolineare l’importanza dell’obiettivo definito ‘Il decennio digitale europeo’ insieme all’obiettivo sullo ‘Spazio europeo dei dati sanitari’, dato che oggi si è resa sempre più evidente la strategicità della digitalizzazione per la condivisione dei dati sanitari, messa ancora più in luce dalle conseguenze della pandemia e dalla necessità di accelerare il processo di creazione di un’Unione europea della salute. Davanti alle possibilità che si apriranno per il miglioramento della qualità dell’assistenza, penso in particolare a quella domiciliare attraverso l’utilizzo della telemedicina e del teleconsulto, sarà tuttavia necessario bilanciare gli interessi della cura del singolo e della collettività, con il diritto alla protezione dei dati personali e in quest’ottica chiediamo a Giunta e Assemblea di monitorare con particolare attenzione lo sviluppo delle iniziative legislative comunitarie sul tema. Sempre nell’ottica di un approccio comunitario ai temi sociosanitari, mi è parso estremamente importante richiamare nel parere la Strategia dell’Unione europea sulla disabilità 2021-2030, data la piena condivisione dei tre obiettivi principali: garantire alle persone con disabilità il pieno godimento di tutti i diritti degli altri cittadini Ue; mettere le persone con disabilità nelle condizioni di vivere in modo indipendente e inclusivo rispetto alla comunità; proteggere le persone con disabilità da qualsiasi forma di discriminazione e violenza e garantire loro l’accesso alla giustizia, all’istruzione, alla cultura, allo sport e al turismo, all’occupazione e a tutti i servizi sanitari. Sul piano delle politiche per il sociale, ho ritenuto di portare all’attenzione il Piano d’azione dell’Unione europea per l’attuazione del Pilastro europeo diritti sociali che definisce nuovi e ambiziosi target per l’Unione europea in materia di occupazione, competenze e protezione sociale. Il provvedimento è oggi più che mai determinante per favorire una ripresa post Covid equa e inclusiva e per costruire un’Europa sociale forte di cui tutti sentiamo il bisogno, in particolare per le categorie più fragili. Infine, nel parere è stata inserita la richiesta di partecipare come commissione alla consultazione in corso collegata al Libro verde sull’invecchiamento demografico per promuovere la responsabilità e la solidarietà fra le generazioni in quanto la nostra Regione si è sempre mostrata molto attenta al tema della promozione dell’invecchiamento attivo sia nel Piano di azione regionale per la popolazione anziana (Par) che nella legge Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria, e ha un’ampia e consolidata tradizione di collaborazione a livello europeo e internazionale”.
La vicepresidente Elly Schlein (per la Giunta era presente anche l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano) ha sottolineato l’importanza dei temi della qualità della vita, della cura e dell’assistenza alle persone vulnerabili, anziani e disabili. Argomenti su cui la Regione, ha ricordato, ha chiesto investimenti forti da reperire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per rendere più capillare la rete di strutture e servizi, nell’ottica di avere una migliore medicina territoriale.
La relazione per la sessione europea, secondo Lia Montalti (Partito democratico), “rappresenta un passaggio importante, in una fase costituente delle politiche e degli strumenti fondamentali per la ripartenza e la ricostruzione, per dare un impulso nuovo alle politiche europee”. Si tratta, ha continuato, di un pilastro fondamentale per i diritti sociali, che comincia a concretizzarsi con azioni interessanti a tutela dell’infanzia e della popolazione fragile. Sul versante della sanità, la consigliera dem ha affermato che “la pandemia ci ha dimostrato l’importanza di un coordinamento più solido delle politiche sanitarie nazionali. Occorre lavorare su ricerca e innovazione e anche sulle politiche industriali (vedi, ad esempio, la carenza di produzione di vaccini)”. La Regione, ha aggiunto, ha avanzato proposte nel Piano europeo di lotta al cancro e avviato una riflessione sull’importanza del rapporto tra digitale e sanità. “L’Emilia-Romagna- ha concluso Montalti- ha già cominciato a mettere in campo strumenti importanti per il trattamento dei big data: si candida a diventare hub europeo per la gestione dei dati, un’opportunità finalizzata ad attrarre investimenti e a rafforzare il servizio per i cittadini”.
Il consigliere Gianni Bessi (Pd), come relatore di maggioranza, ha illustrato il provvedimento “Legge europea per il 2021” e quello sulle “disposizioni collegate alla legge europea 2021”. Il primo verifica la conformità degli ordinamenti regionali con le leggi europee, il secondo abroga o modifica alcune norme regionali. Cinque i filoni che segue il progetto di legge, composto di 37 articoli: prestazioni in edilizia ed efficienza energetica; modifica della legge regionale 20 del 2020 sulle concessioni delle derivazioni idroelettriche; gestione dei siti di Rete Natura 2000; tutela sanitaria per i rischi da radiazioni ionizzanti (si abrogano alcuni articoli della legge nata con l’Euratom, del 1957); incentivi alla mobilità sostenibile che amplia la platea dei beneficiari e aumenta a 450mila euro il limite di spesa. Il provvedimento, ha spiegato Bessi, dispone l’abrogazione e la modifica di leggi regionali, il controllo dell’efficacia della regolamentazione (Refit): “Dal 2013- ha sottolineato- sono state varate 300 leggi regionali, 10 regolamenti e 146 disposizioni normative. Un lavoro quantitativo e qualitativo, che comprende anche decisioni di carattere politico”. Il consigliere ha poi citato la materia tributaria, ad esempio la tassa automobilistica, per agevolare le persone diversamente abili.
La consigliera Maura Catellani (Lega), relatrice di minoranza dei provvedimenti, è intervenuta, in particolare, sulla parte dedicata alle norme collegate alla tutela sanitaria della popolazione dai rischi derivanti dall’impiego di sorgenti di radiazioni, rilevando che “ci si è dovuti adattare a un quadro normativo unitario”, spiegando anche che “alcune competenze sono diventate regionali mentre altre sono rimaste in capo agli enti locali”. Sul tema la consigliera parla di “un adeguamento tardivo (la scadenza era entro il 27 febbraio scorso)”, chiedendo “se questi ritardi comporteranno delle conseguenze”. Condividiamo, ha concluso Catellani, “le semplificazioni, ma spesso si andati oltre, inserendo nuove disposizioni e, talvolta, modificando interamente i contenuti”.
(Cristian Casali e Gianfranco Salvatori)