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Sessione europea. Produzione e consumo sostenibili alla base delle nuove politiche comunitarie

Da maggioranza e opposizione preoccupazione sulla distribuzione delle risorse europee collegate alla politica agricola comune (Pac)

La commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, nell’ambito della Sessione europea ha espresso parere favorevole sulla programmazione comunitaria per il 2020. Economia sostenibile (con il Green deal europeo), decarbonizzazione dell’energia, sostenibilità dei sistemi alimentari, nuove strategie industriali, produzione e consumo sostenibili e spazio europeo della ricerca: questi, all’interno della programmazione comunitaria, i temi di competenza della commissione. Palma Costi (Pd) ha posto l’accento sul tema dell’agricoltura, rilevando la centralità del settore in Emilia-Romagna e ribadendo la necessità di garantire maggiori spazi, anche nella gestione delle risorse comunitarie, alle regioni. Ha poi insistito sulla svolta green, con una transizione che guardi sempre più a un’economia circolare (“riducendo anche l’utilizzo dei materiali plastici”), riservando particolare attenzione all’ambito energetico. La consigliera ha poi elogiato le politiche comunitarie rivolte alle imprese di piccole e medie dimensioni (sostenere la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione, ridurre l’onere normativo e migliorare l’accesso al mercato e ai finanziamenti). Anche Michele Facci (Lega) si è detto preoccupato in merito alla distribuzione dei fondi strutturali europei collegati alla politica agricola comune (Pac), “si parla, infatti, -ha sottolineato- di una riduzione delle risorse”. La presidente Rontini, sullo stesso tema, ha poi spiegato che la commissione ha chiesto all’amministrazione regionale “di sostenere con forza, nei tavoli di confronto rivolti alla definizione dei regolamenti dei fondi strutturali (con particolare riguardo alla riforma della Pac), la posizione della Regione Emilia-Romagna su strategie e obiettivi di investimento”. “In Emilia-Romagna – si legge sul tema del lavoro nella relazione collegata al provvedimento – molti dei comparti del manifatturiero che nel 2019 avevano sviluppato buone performance nell’export, a marzo e aprile 2020 hanno interrotto l’attività a causa dell’emergenza Covid. Si tratta dei comparti della meccanica, dei mezzi di trasporto, della ceramica, dell’abbigliamento e dell’industria del tabacco. Fra i settori che guidano l’export regionale, solo l’industria alimentare e delle bevande ha mantenuto l’operatività anche durante il lockdown. Sono circa 32 mila le unità produttive che hanno chiesto la cassa integrazione in deroga, 27 milioni le ore perse, mentre i lavoratori che hanno dovuto far ricorso a questo tipo di ammortizzatore sociale sono quasi 96 mila, in stragrande maggioranza operai e impiegati (rispettivamente 48,2 per cento e 43,1 per cento), soprattutto donne (61,8 per cento)”.

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