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Sì unanime a proposta Fdi-An e Pd sulla revisione del ‘bail-in’

La risoluzione bipartisan “impegna la Regione a intervenire sul Governo per modificare le norme europee” sul salvataggio delle banche

Tommaso Foti
Tommaso Foti (Fdi)

L’Assemblea ha approvato all’unanimità una risoluzione sottoscritta da Tommaso Foti (Fdi-An), primo firmatario, Stefano Caliandro, Paolo Calvano e Luca Sabattini (Pd) per impegnare la Regione a “intervenire nella conferenza Stato Regioni e sulle istituzioni comunitarie per modificare le regole del ‘bail in’ – il salvataggio interno di una banca mediante la chiamata in causa di azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi bancari superiori ai 100.000 euro – secondo le indicazioni date dalla Banca d’Italia”.

Il ‘bail in’ – ha spiegato Foti – prevede che il costo di salvataggio delle banche, che vanno salvaguardate visto che offrono servizi essenziali, non possa essere sostenuto con fondi pubblici, né da banche e istituzioni del sistema bancario, Banca centrale europea (Bce) e Banca d’Italia comprese. Ciò, nei fatti, si traduce nel “caricare i costi sui suoi azionisti e obbligazionisti, nonché sui titolari di depositi bancari superiori ai 100.000 euro”. Secondo il consigliere si tratta di una normativa al limite dell’incostituzionalità, che è doveroso modificare secondo le indicazioni date dalla Banca d’Italia.

Per Alan Fabbri (Ln) è degna di nota la presa di posizione del gruppo regionale Pd, in quanto “sconfessa sia i propri eurodeputati, che hanno votato a favore del ‘bail in’, sia il cosiddetto decreto Salva banche del Governo, che ha penalizzato decina di migliaia di risparmiatori come quelli della Cassa di Risparmio di Ferrara”.

Sabattini (a destra)
Sabattini (a destra)

Secondo Luca Sabattini (Pd) “il Governo ha fatto proprio l’auspicio di Banca d’Italia circa un intervento da parte del legislatore, sia italiano sia europeo, teso a rivisitare le modalità e i tempi delle regole del ‘bail in’, anche nel timore che, così come è congegnato, possa mettere a repentaglio la fiducia dei risparmiatori, elemento cardine su cui poggia l’attività bancaria”. Il principio del ‘bail in’ – ha sottolineato il consigliere – non è di per sé errato, ma, al di là della contingenza economica negativa, il vero problema è stato il recepimento troppo difforme della normativa nei diversi paesi dell’Unione europea così come è stato un errore demandare agli stati la soluzione del problema degli istituti di credito.

Per Raffaella Sensoli (M5s) è opportuno sostenere la risoluzione per “rispetto delle difficoltà delle migliaia di famiglie colpite dal ‘bail in’ e penalizzate da un decreto, il Salva banche, che più che a favore degli istituti di credito è stato pensato per salvare i banchieri”.

(Luca Govoni)

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