La giunta faccia chiarezza sugli scioperi organizzati dai sindacati della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari su tutto il territorio regionale.
Lo chiede il consigliere Daniele Marchetti (Lega) in un’articolata interrogazione in cui vuole sapere se la giunta ne sia a conoscenza e quanti siano in regione gli istituti di vigilanza privata e quanti dipendenti vi lavorino. Inoltre, il consigliere vuole conoscere “quanti sono i lavoratori della vigilanza e dei servizi di sicurezza che operano per conto della Regione e quanti per le società da essa partecipate e quanti saranno al 31/12/2023 i lavoratori della vigilanza e dei servizi di sicurezza che opereranno per conto della Regione E-R e quanti per le società partecipate”. Marchetti chiede, poi, se la Regione intenda sostenere “le richieste dei lavoratori del comparto sicurezza privata per ottenere una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa e sollecitare i datori di lavoro per riprendere la trattativa e consegnare al più presto un risultato negoziale”. La giunta, poi, conclude il consigliere del Carroccio, dovrebbe spiegare “se ritiene moralmente etico avere alle proprie dipendenze (anche indirettamente) personale retribuito 4,80 euro l’ora netti per tutelare i beni della Regione nonché la salute e l’incolumità dei propri dipendenti e dei propri cittadini”.
Secondo Marchetti, è “conclamato” l’utilizzo, da parte della Regione “di un numero sempre maggiore di lavoratori esterni del comparto sicurezza, soprattutto in forza dei pensionamenti del personale interno”. Marchetti interviene dopo il fallito tentativo di conciliazione “con le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, indisponibili a concordare sull’aumento salariale”. Il contratto nazionale è scaduto nel 2015 e i lavoratori vivono un profondo disagio, continua il consigliere, che ricorda come “gli stipendi delle Guardie Giurate (stipendio medio mensile di 1.050 euro) e degli operatori dei Servizi Fiduciari (stipendio medio mensile 872 euro) siano in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione italiana, che sancisce una retribuzione proporzionata al lavoro, sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Queste persone fanno parte della cosiddetto gruppo dei lavoratori poveri”.
(Gianfranco Salvatori)