Governo locale e legalità

Sicurezza. Pd appoggia in Aula risoluzione Misto e sinistre contro decreto Salvini: “Incostituzionale”. No di centrodestra e M5s

Prodi (Misto), Boschini e Caliandro (Pd), Taruffi e Torri (Si) contro la cultura del “panico” su immigrazione e per approccio “razionale”. Repliche di Tagliaferri (Fdi), Galli (Fi) e Rancan (Ln): “Clandestini, non rifugiati fino a prova contraria. Nel decreto stretta su violenze sessuali e spaccio. Incredibile non essere d’accordo su questo”

L’Aula, con i voti favorevoli di Partito democratico, Sinistra italiana e Gruppo Misto (Silvia Prodi) e quelli contrari di Lega nord, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia, impegna la Regione a sollevare la questione di incostituzionalità del decreto sicurezza (anche chiamato decreto Salvini), convertito in legge lo scorso novembre. “Riduce- si legge nella risoluzione a firma Prodi (Misto), Taruffi, Torri (Si) e Alleva (Altra ER)- le libertà individuali e sociali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei cittadini italiani non per nascita. Comporta una riduzione di libertà individuali e sociali oltre che una perdita di benefici delle collettività”. L’impegno che chiede l’Assemblea alla Giunta è anche quello di “rimettere al centro la concertazione con gli enti locali nelle politiche di accoglienza” e di “valutare la promozione di una azione referendaria abrogativa”.

IL DIBATTITO. 

“Inserire le norme sugli immigrati all’interno del decreto sicurezza- spiegano i consiglieri della sinistra nell’atto di indirizzo- significa automaticamente giudicare già l’immigrato per una sua condizione e non per i comportamenti che può avere”. Inoltre, sottolineano come “l’annullamento della protezione umanitaria sia una scelta grave che spinge verso forme di esclusione sociale i migranti più vulnerabili” e come “non si tenga conto delle esperienze virtuose di lavoro in materia di integrazione che da decenni tante organizzazioni umanitarie e della società civile hanno promosso in stretta collaborazione con le istituzioni, in particolare con gli enti locali, in un rapporto di  sussidiarietà vitale per il Paese”.

Per Silvia Prodi (Misto) il decreto sicurezza è un provvedimento “iniquo, ingiusto, antistorico e razzista, intollerabile soprattutto se confrontato con gli articoli 3 e 10 della Costituzione o con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che questo decreto calpesta”. La consigliera del gruppo misto fa cenno anche al tema dei beni confiscati e rivolge poi un appello ai pentastellati: “Qui non c’è voto di fiducia, ma voto di coscienza”.

Di tutt’altra opinione Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia: “Non si è rifugiati fino a prova contraria ma clandestini fino a prova contraria, è quello che sosteniamo noi e quello che per una volta ci chiede l’Europa”. Per il consigliere Fdi in Italia l’istituto della protezione umanitaria era di maglia molto larga e comprendeva decine di migliaia di profughi, diventando “una delle maggiori criticità del nostro sistema di accoglienza”. Sulla stessa linea anche Andrea Galli di Forza Italia, per il quale la risoluzione “è soltanto un’esagerazione, un documento di cui non si può condividere nulla e che serve solo a fare polemica politica”. Secondo il consigliere azzurro, il primo compito di uno Stato sarebbe quello di tutelare i diritti dei propri cittadini e non pretendere che questi diritti vengano estesi erga omnes a chiunque: “Sarebbe ingiusto e insostenibile, voi avete in odio il popolo italiano”.

Contro questa dichiarazione si scaglia Giuseppe Boschini del Partito democratico: “Questo tema non deve diventare sempre campo di battaglia, bisogna puntare a una gestione razionale del fenomeno migratorio”. Per il consigliere dem, che prende ad esempio il modello canadese, non saranno ricette emergenziali a dare risposte concrete, ma quelle che affronteranno in maniera complessiva il problema. “Ora molte persone rimarranno fuori dai percorsi di accoglienza, ma non si fa nulla per sostenere il rientro nel paese d’origine con percorsi di rimpatrio”. In opposizione alle dichiarazioni del centro-destra si solleva anche Igor Taruffi di Sinistra Italiana, per il quale in Italia ci sarebbe una percezione “distorta” del tema immigrazione: “I numeri vengono utilizzati in maniera strumentale per creare panico, sul quale prosperano da anni alcune forze politiche. Io non odio gli italiani, io odio gli indifferenti, gli ipocriti e i delinquenti di qualsiasi nazionalità essi siano”.

“Chi è che voleva far entrare persone per dargli lo ius soli? Lì si che era campagna elettorale”, incalza Matteo Rancan dai banchi della Lega nord. Per l’esponente del Carroccio l’abrogazione della protezione umanitaria è un aiuto che può prevenire la partenza di migranti economici, “che noi non possiamo permetterci di mantenere”. Il consigliere Ln sottolinea punti del decreto come la revoca della protezione a seguito di determinati reati come violenze sessuali e spaccio: “Incredibile che non si sia d’accordo su questo”.

Per Yuri Torri (Sinistra Italiana) il problema è associare sicurezza e immigrazione: “Sono due questioni differenti, la sicurezza non è soltanto repressione”. Per l’esponente Si il vero problema non sarebbe l’immigrazione, ma il lavoro nero, il caporalato, gli incidenti sul lavoro: “Serve un approccio che non si basi sulla paura”.

Per il capogruppo dem Stefano Caliandro l’Emilia-Romagna si è sempre caratterizzata per essere terra di sviluppo, di asilo e di integrazione: “Lo dimostrano gli oltre 3.000 posti disponibili negli sprar, creati coinvolgendo Comuni ed enti locali. Poi arriva la stoccata ai Cinque Stelle: “Oggi c’è un silenzio assordante in quest’aula. Si parla di diritti e di minori e i vostri sguardi sono rivolti ai vostri pc. Vi sentiti tutti assolti?”.

(Giulia Paltrinieri)

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