Governo locale e legalità

Siria. Mumolo (Pd): “Curdi in pericolo nel nord del Paese, Giunta si attivi con Governo e istituzioni europee”

Risoluzione sollecita un impegno diretto dell’esecutivo dopo l’annuncio del presidente americano Trump di ritirare le truppe dalla regione. Avanzata turca e nuova organizzazione Isis i rischi maggiori

Antonio Mumolo (Pd)

Un impegno concreto della Giunta sulla questione curda in Siria. A chiederlo è una risoluzione del Partito democratico, primo firmatario Antonio Mumolo, che si focalizza sulla necessità di intervenire presso il governo anche in ottica europea e internazionale, sia per far cessare l’attacco turco contro i curdi nel nord del Paese sia “per cercare di coniugare l’autonomia del popolo curdo con la stabilità geopolitica della regione”. Il tutto senza dimenticare di attivare le adeguate misure umanitarie e di sostenere la forma di autogoverno democratico nel Rojava. Il documento è stato sottoscritto anche da Roberto Poli, Giuseppe Boschini, Francesca Marchetti, Stefano Caliandro, Barbara Lori, Luciana Serri, Alessandro Cardinali ed Enrico Campedelli.

I consiglieri hanno sottolineato il ruolo cruciale dei curdi nella lotta contro l’Isis e i vari fondamentalismi attivi sul territorio e hanno ricordato che lo scorso agosto Stati Uniti e Turchia si erano accordati per una zona cuscinetto che dividesse le forze turche da quelle curde e per consentire l’intervento delle truppe Usa, così da garantire protezione e sicurezza ai curdi stessi. Tuttavia il ritiro dei soldati statunitensi, annunciato dal presidente Donald Trump, dalle zone in questione “espone le popolazioni all’avanzata dell’esercito turco”, hanno aggiunto gli esponenti dem.

“Esiste il rischio che l’Isis sfrutti il caos che si verrebbe a creare per riorganizzarsi e rafforzarsi, in maniera più rapida ed efficiente di quanto non succeda già oggi. I curdi potrebbero subire una rapida sconfitta in caso di invasione turca, soprattutto per la mancanza della copertura aerea statunitense, con il conseguente rischio di una ‘pulizia etnica’ nei territori”.

(Nicoletta Pettinari)

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