“Bologna vuole la verità su tutte le stragi che hanno insanguinato la nostra democrazia: per questo è doveroso celebrare e tenere viva la memoria del 2 agosto 1980. Commemorare non è un atto di vuota retorica e neppure uno sfogo. È difendersi dalla tentazione dell’oblio”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, in occasione del 35^ anniversario della strage alla Stazione di Bologna. “Distruggere la memoria- prosegue- equivale a distruggere la base stessa della nostra identità e della continuità con il tempo. E una generazione che volesse cancellare la memoria si troverebbe smarrita, come quella giovane studentessa di nome Martina che in una lettera, inviata alcuni anni fa a un giornale femminile, affermava: ‘Ho 23 anni e non so più in cosa credere, il futuro ce lo hanno rubato, non abbiamo sogni, corriamo tutti, chissà poi dove’. È una giovane che si è smarrita come altri giovani della sua generazione che non ricordano da dove veniamo, come siamo cambiati e cosa vogliamo costruire per il futuro”.
Per la presidente dell’Assemblea legislativa, “è fondamentale trasmettere la memoria alla generazione venuta dopo il 1980, spiegare che il passato è sempre con noi e che ogni amnesia nasconde una sommaria amnistia”. “Sembra- sottolinea Saliera- che tutto cominci oggi, che nulla sia mai avvenuto e che tutto sia sempre nuovo. Noi sappiamo bene che non si può vivere in un eterno presente. Ci sono cose avvenute, come la strage alla stazione di Bologna, che abbiamo capito alla luce della strage di Piazza Fontana, e poi la strage dell’Italicus, via via fino alle stragi mafiose degli anni ’90. Al momento quei tempi sembravano lontani, ma il ricordarli ci serve per farci capire quanto importante sia impegnarsi e battersi con tutte le proprie forze per il rafforzamento dei principi democratici e repubblicani”.
“Il nostro presente- chiude la presidente Saliera- è pieno di problemi, come tutti noi sappiamo e viviamo (sono esemplificative le parole di Martina), ma ci consente, pur nelle tribolazioni quotidiane, personali e sociali, di vivere ancora nella democrazia, perché abbiamo saputo disinfestare dai suoi riconoscibili fantasmi il passato e con questo valore rafforzare un futuro sempre più basato sulla libertà, la democrazia, la dignità”.