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Gruppo Misto: fare chiarezza sull’aumento dei costi al Tecnopolo di Bologna

“Lavori sospesi per la vasca a causa del G7 su scienza e tecnologia. Il costo sale di 1,6 milioni di euro e poi, dopo le altre sei varianti, è salito da 49 a 73 milioni”

Fare chiarezza sull’aumento dei costi al Tecnopolo di Bologna. A chiederlo è un’interrogazione del Gruppo Misto che vuole sapere se i costi per il Tecnopolo siano aumentati dopo la settima perizia di variante che porterebbe il costo dell’appalto da 49 a 73 milioni di euro.

Il Gruppo Misto, in una interrogazione, si rivolge alla giunta con una serie di quesiti. Una delibera di giunta dell’aprile 2024 indica che “durante il periodo previsto per l’esecuzione dei lavori della vasca interrata si terrà, all’interno dell’edificio Botti “B4”, la cui area esterna confina con il lato ovest della vasca”, confinate con il lotto della vasca, la riunione ministeriale internazionale Scienza e Tecnologia del “Gruppo dei Sette” (“G7 scienza e tecnologia”) e che i lavori saranno sospesi. Il Misto si chiede “come sia stato possibile non prevedere che sotto un edificio presente, nell’area in questione, fino a pochi anni fa, anche se demolito prima dell’appalto, fossero presenti “nel sottosuolo un significativo numero di pali esistenti facenti parte delle fondazioni” e quanto questo abbia pesato, in termini di maggiori oneri economici, sulla settima perizia di variante e se ciò non configuri una possibile carenza di indagini e rilievi da svolgersi nella fase progettuale preliminare e nelle successive fasi progettuali, con i conseguenti maggiori oneri e maggiori tempi di esecuzione dell’opera, facendo così venire meno i presupposti per utilizzare lo strumento della “variante in corso d’opera”.

Inoltre, il Gruppo Misto si chiede anche “come sia stato possibile non prevedere che la fascia di pertinenza immediatamente esterna all’area di sedime del manufatto della vasca di laminazione interrata avrebbe interferito con alcune delle opere realizzate nell’ambito di altri lotti, in particolare col marciapiede lungo la pubblica via Stalingrado e con la stessa via ad uso pubblico, nonché, con la collocazione di alcuni dei sottoservizi dell’area e se anche questa circostanza non configuri una possibile carenza di indagini e rilievi da svolgersi nella fase progettuale preliminare e nelle successive fasi progettuali, con i conseguenti maggiori oneri e maggiori tempi di esecuzione dell’opera, facendo così venire meno, ancora una volta, i presupposti per utilizzare lo strumento della variante in corso d’opera”.

Le variazioni, dopo il rinvenimento dei pali interrati e in precedenza di fondamenta di epoca romana e medievale, “si ripercuoteranno significativamente anche sul versante dei costi” per 1,6 milioni di euro. Il Gruppo Misto elenca poi i costi delle altre sei varianti: la prima per quasi 644mila euro, la seconda per 505mila, la terza per 453mila, la quarta per 690mila, la quinta per 696mila, la sesta per 1 milione. Una situazione che ha fatto lievitare i costi “da un importo di aggiudicazione dell’appalto aggiornato al progetto esecutivo di euro 49.738.907,18, all’attuale importo di euro 73.129.096,57″. L’appaltatore, poi, si legge nell’interrogazione “dovrà garantire condizioni di assoluta sicurezza e decoro, anche in ragione della rilevanza internazionale e istituzionale dell’evento” cioè una sistemazione “provvisoria e del tutto inutile funzionalmente”.

(Gianfranco Salvatori)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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