Dare risposta positiva al Comune di Porretta Terme e trasferire la concessione di coltivazione del giacimento di acque termominerali “Terme di Porretta” all’Amministrazione comunale stessa, “salvaguardando la conservazione di una risorsa naturale pubblica, l’occupazione e le condizioni di competitività del settore”: è quanto chiede Igor Taruffi (Sel) in una interrogazione a risposta immediata in Aula che fa seguito alla sentenza del Tribunale di Bologna del luglio 2014, che ha dichiarato il fallimento della società Terme di Porretta – Hotel delle Acque & Natura.
Il consigliere segnala che l’interruzione dell’attività produttiva “sarebbe stata causa di danno grave e irreparabile per la società in relazione alla specificità dell’oggetto sociale e alla necessità di preservare l’avviamento e i rapporti di lavoro in essere, e perciò la sentenza ha autorizzato la temporanea continuità dell’attività dell’impresa fino al 31 maggio 2015”. Taruffi aggiunge che la situazione in cui versa il complesso termale di Porretta, già critica, “continua ad aggravarsi e rischia di provocare una caduta occupazionale pesante e un riverbero negativo sull’economia dell’intero Appennino bolognese”. La concessione per la coltivazione e l’utilizzo delle acque termali sorgenti nelle fonti ricomprese nell’intero bacino acquifero “Terme di Porretta” è stata rilasciata in favore della società Terme di Porretta Spa nel 1936 per una durata di 99 anni ed è stata riconfermata con atto di adeguamento del 1996 fino al 2035. Ora, “è stata avanzata un’offerta di acquisto dello stabilimento termale di Porretta che prevede un forte ridimensionamento dei livelli occupazionali da parte di Tema s.r.l., società riconducibile alla precedente e fallita gestione e di proprietà per il 60% della De’ Toschi Spa. (immobiliare del gruppo Banca di Bologna) e per il 40% della Finanziaria Bolognese Fibo Spa (finanziaria della Legacoop Bologna)”; ma anche il Comune di Porretta Terme ha presentato una proposta “per farsi carico direttamente della gestione della concessione delle acque termali, garantendo in questo modo il paritario utilizzo della risorsa da parte di tutti gli operatori economici del territorio che ne facessero richiesta, attraverso contratti di somministrazione sottoscritti sulla base delle norme vigenti”.
Il Sottosegretario alla presidenza della Giunta, Andrea Rossi, ha risposto richiamando la legge regionale 3/1999, con cui la Regione ha delegato alle Province le funzioni relative al rilascio delle concessioni di coltivazione delle acque minerali e termali, che per l’area in questione competono alla Città metropolitana di Bologna. Inoltre, “il trasferimento della concessione rientra nella disponibilità del soggetto concessionario, che può disporne, e nel caso specifico il curatore fallimentare della società Terme di Porretta Spa, a cui in questa fase compete la gestione del patrimonio della società, potrebbe disporre il trasferimento della concessione, ferma restando la necessità dell’autorizzazione da parte della Città metropolitana, fino alla scadenza della concessione originaria (anno 2035)”. Rossi ha poi sottolineato che il trasferimento della concessione “dovrà comunque avvenire a favore di un soggetto in possesso di tutti i requisiti: tecnici, economici e gestionali. Ciò vale anche si trattasse di un soggetto pubblico, con un’attenzione particolare ai vincoli e ai limiti posti dalle norme in materia di finanza pubblica. Chi si candida dovrà quindi fornire un adeguato piano economico-finanziario in grado di dimostrare la propria affidabilità”.
Per il Taruffi, “questa risposta sta a significare che la Giunta non manifesta alcuna chiusura sulla soluzione proposta: se il Comune di Porretta Terme sarà in grado di garantire le condizioni tecniche, economiche e gestionali, potrà ottenere la concessione, almeno in via transitoria”. Dunque, “va rivolto un invito al Comune di Porretta e alla Città metropolitana di Bologna, affinché si attivino rapidamente per precisare e valutare questa prospettiva, e renderla concreta”.
(rg)