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TERME SALSOMAGGIORE. CONTRATTI AFFITTO RAMI AZIENDALI, ASSESSORE CORSINI: ‘PROCEDURE CORRETTE’. FOTI (FDI): ‘TUTELARE IL PATRIMONIO PUBBLICO’

TERME SALSOMAGGIORE. CONTRATTI AFFITTO RAMI AZIENDALI, ASSESSORE CORSINI: ‘PROCEDURE CORRETTE’. FOTI (FDI): ‘TUTELARE IL PATRIMONIO PUBBLICO’

Attraverso la presentazione di una interrogazione a risposta immediata, discussa oggi in Aula, Tommaso Foti (Fdi) chiede alla Giunta di rivedere le procedure relative alle concessioni delle strutture della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa.

Nel suo intervento, Foti ha citato alcuni dati sull’andamento societario: “Nel 2013 è stato registrato un deficit di bilancio pari a 2.428.299 euro, 2.380.041 nel 2012 e 3.202.487 nel 2011, la Regione Emilia-Romagna partecipa al capitale sociale della società Terme di Salsomaggiore e di Tabiano Spa con una quota pari al 23,43% del valore nominale di 5.998.410 euro”. Il consigliere non condivide la scelta di “cedere i rami d’azienda senza attuata una procedura di evidenza pubblica”, in questo modo “i soci non potranno godere del diritto di prelazione”.

L’assessore al Turismo, Andrea Corsini, rispondendo all’interrogazione riferisce che “già nel 2003 i soci pubblici della società hanno avviato il processo di ricerca di un socio privato tramite procedura ad evidenza pubblica, con esito negativo. Nel 2010 è stato fatto un secondo tentativo, le proposte sono state giudicate non congrue dal punto di vista dell’offerta economica”. Il cda della società, ha proseguito Corsini, “nella seduta del 20 febbraio 2015 ha chiesto all’assemblea dei soci l’autorizzazione a stipulare uno o più contratti d’affitto relativi ai diversi complessi aziendali, con l’esclusione specifica delle attività inerenti all’estrazione dell’acqua termale. L’obiettivo è salvaguardare l’attività aziendale e garantire la tutela dell’investimento patrimoniale della Regione”.

“La Giunta- ha concluso Corsini- non ritiene lesiva per gli interessi della Regione la procedura di individuazione degli affittuari dei rami d’azienda e non esclude di esperire nuove procedure di evidenza pubblica”.

Foti, in conclusione, ha chiesto di attivare le procedure previste dalla legge, a tutela del patrimonio pubblico. Il consigliere, relativamente alla risposta ricevuta, ha dichiarato la propria “totale insoddisfazione”.

(cr)

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