Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa è una società a partecipazione pubblica totalitaria, così ripartita: 60.95% Comune di Salsomaggiore, 23.42% Regione e 15.61% Provincia di Parma. Il suo oggetto è “la valorizzazione e lo sfruttamento di acque termali, attività accessorie e complementari nonché la gestione di esercizi pubblici di cura, turistici, ricreativi e alberghieri”. Tommaso Foti (Fdi) ha presentato un’interrogazione alla Giunta che fa riferimento a quanto avrebbe stabilito nei giorni scorsi il Consiglio di amministrazione della Spa.
In particolare, il consigliere scrive che il Cda avrebbe “deliberato di ricorrere alla procedura di concordato preventivo e ciò nonostante l’avvenuto affitto di più rami d’azienda della società volto da una parte ad evitare la sospensione temporale dell’attività termale e dall’altro il depauperamento del valore delle immobilizzazioni interessate”. Foti chiede alla Giunta “se l’azionista Regione ne fosse stato preventiva mente avvertito e quale sia l’opinione a riguardo”.
Nell’interrogazione si ricorda che in sede di assemblea ordinaria dei soci, il 25 febbraio 2014, venne approvato il piano di risanamento ex articolo 67 legge Fallimentare che prevedeva, fra l’altro, di approvare “un piano di dismissioni e di privatizzazione anche di rami d’azienda, per rendere possibile l’esdebitamento delle banche, non realizzabile con il solo autofinanziamento prodotto dalla redditività aziendale”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)