Lo scorso 18 dicembre, gli organi di stampa avrebbero riportato la notizia di una deliberazione del Consiglio provinciale di Reggio Emilia in cui si esprimeva “parere favorevole allo scioglimento della Società Matilde di Canossa srl, per l’impossibilità” di centrare quanto stabilito “nell’oggetto sociale”, con la conseguente nomina del liquidatore”. Lo scrivono i consiglieri del Gruppo M5s, prima firmataria Giulia Gibertoni, in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale in cui ricordano che dal settembre 2013 la società Matilde di Canossa è stata scissa e che il complesso monumentale di Montefalcone è passato alla Montefalcone srl, in capo per l’82 per cento della quote alla Provincia di Reggio Emilia.
“Sempre in data 18 dicembre 2014- sottolineano i firmatari- è stata presentata l’istanza di fallimento per Montefalcone srl, società ripartita tra Provincia di Reggio Emilia (82,5 per cento) e i Comuni di Bibbiano, San Polo e Quattro Castella (che detengono il 5,83 per cento ciascuno) e il cui risultato di esercizio, nel 2013, è stata una perdita di 25.703 euro con un capitale residuo, ad oggi, di 1.162.770,48 euro”.
“La società Matilde di Canossa spa, costituita nel 1994 da 11 Comuni fondatori (Canossa, Casina, Carpineti, Castellarano, San Polo d’Enza, Quattro Castella, Palanzano, Toano, Vezzano sul Crostolo, Vetto, Neviano degli Arduini), – si legge nel documento – vide l’ingresso della Provincia di Reggio Emilia nel maggio 1996 e fu ricapitalizzata nel 1999, per recuperare il complesso monumentale di Montefalcone, un convento eretto nel duecento da Guido di Canossa”.
“La Provincia – riportano i consiglieri – finanziò questa prima ricapitalizzazione, arrivando ad acquisire il 60,7 per cento del capitale sociale (pari a 1.037.607,84 euro) e, successivamente, aderendo a una seconda operazione di aumento di capitale nel maggio 2004, volta a sostenere un ulteriore intervento di recupero del complesso, l’ente raggiunse un capitale sottoscritto pari a 1.537.302,96 euro, equivalente al 60,33 per cento della società”.
All’atto della scissione del luglio 2013, “il capitale sociale di Matilde spa ammontava a 2.548.158,48 euro, gli altri azionisti di rilievo erano il Comune di San Polo d’Enza con il 18 per cento, il Comune di Quattro Castella con 1’8,32 per cento e il Comune di Bibbiano con il 4,27 per cento, mentre le restanti partecipazioni sociali erano detenute, in misura limitata, da 48 soci tra pubblici e privati”.
La società Matilde di Canossa, prima della scissione societaria, avrebbe inoltre “consentito, attraverso specifici accordi con la Provincia, la demolizione dell’ex porcilaia di Canossa, intervento, realizzato nel settembre del 2013, che fu finanziato da fondi regionali e reso possibile dal fatto che la società acquisì la proprietà dell’immobile ex porcilaia”.
I firmatari denunciano che lo stabile verserebbe oggi in uno stato di “profondo abbandono” e sarebbe oggetto di “furti e danneggiamenti”, situazioni, queste, che svilirebbero il restauro da poco eseguito “mettendo a rischio la conservazione dell’immobile”.
Considerando che la Regione Emilia-Romagna sarebbe intervenuta nella vicenda con un finanziamento di 745 mila euro, Gibertoni e colleghi chiedono alla Giunta se sia a conoscenza della vicenda, quali azioni abbia attivato per salvaguardare sia il finanziamento concesso, che l’intero complesso immobiliare.
I consiglieri vogliono infine sapere se l’esecutivo regionale non ritenga necessario predisporre atti per non ritrovarsi, in futuro, nelle condizioni di aver messo a rischio risorse pubbliche senza garantire alla collettività la fruizione di un bene di rilevante valore. (AC)
30 Dicembre 2014
TERRE MATILDICHE. COMPLESSO MONTEFALCONE (RE), M5S: SALVAGUARDARE FINANZIAMENTO REGIONALE E INTEGRITA’ STRUTTURA
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