Ambiente e territorio

Report in commissione su terremoto 2012: il Covid ha rallentato ma non arrestato la ricostruzione

Giunta: “Bene la ricostruzione privata e produttiva, ritardi per edifici storici-culturali”. Per Castaldini (Fi) “i lavori ancora in corso rappresentano l’identità dei luoghi”, importante “non lasciare soli i piccoli comuni”. Costi (Pd): “La fatica ancora c’è ma siamo all’ultimo miglio da percorrere” e “i fondi europei sono opportunità”

Il Covid ha rallentato ma non interrotto la ricostruzione a 9 anni dal sisma che ha colpito l’Emilia. Bene la ricostruzione privata e produttiva, più a rilento quella pubblica, soprattutto per quanto riguarda gli edifici storici-culturali. Queste in sintesi le parole del sottosegretario della Giunta, Davide Baruffi, che ha presentato in Commissione Territorio, ambiente mobilità, presieduta da Stefano Caliandro, il report sullo stato di ricostruzione in Emilia. Ottomila edifici recuperati, 2,6 miliardi liquidati su un totale di 3,1 miliardi di concessioni, “la ricostruzione privata- spiega Baruffi- ha visto esaurirsi quasi tutte le pratiche, i pochissimi casi ancora non conclusi si contano sulle dita di una mano. Senza contare l’aiuto aggiuntivo in questo campo che hanno dato alcune misure nazionali come il bonus 110%”. Per le attività produttive sono stati liquidati 1,7 miliardi su 1,9 e sono 2.840 gli interventi completati. “Vuol dire che quasi tutte le imprese sono riuscite a ricostruire e mettere in sicurezza i propri stabilimenti, speriamo che questa parte si concluda entro fine anno”. Più a rilento invece la parte di ricostruzione pubblica che ricomprende non le scuole dove i lavori sono stati completati subito, o le chiese e i centri storici (57 milioni di euro per i bandi di rivitalizzazione dei centri) ma soprattutto il patrimonio storico architettonico con vincoli. “Un terzo dei lavori sono stati conclusi, un terzo è in corso e un altro terzo è da avviare. Ci sono stati dei ritardi su tutto il territorio ma stiamo ragionando con il Ministero per accompagnare meglio questa parte di ricostruzione”. Baruffi sottolinea come questi ritardi siano spalmati sul cratere in maniera non omogenea. Questo anche perché “ci sono state da parte di alcune amministrazioni locali, più di altre, difficoltà a gestire una mole di lavoro notevole. Comuni molto piccoli si sono trovati a gestire molte pratiche, altri hanno già esaurito i bandi”. Di fronte alle difficoltà anche burocratiche delle amministrazioni, la Regione – continua Baruffi – metterà a disposizione del personale, da spostare nel campo della ricostruzione pubblica. Altro aspetto importante è infatti quello della rivitalizzazione della comunità e in questo giocherà un ruolo fondamentale il Documento Strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo 2021-2027 che permetterà di cogliere con la programmazione dei fondi le occasioni di sviluppo nella parte più colpita del terremoto, a nord della via Emilia. “Il territorio ha un ruolo fondamentale- commenta Valentina Castaldini (Forza Italia)– e i lavori ancora in corso, purtroppo, riguardano i simboli di quei paesi colpiti dal terremoto, tutto ciò che crea un’identità. Solo più del 30% di interventi sono stati completati, il 26% è ancora in fase progettuale. E nei piccoli comuni ci sono ancora pochi tecnici: la Regione ha il dovere di aiutare, anche con il suo personale, il processo di ricostruzione”. La consigliera sottolinea alcuni punti non chiari del report che riguardano il tempo medio di liquidazione per l’edilizia privata e le aziende, la distribuzione delle pratiche ancora aperte e la loro concentrazione nelle diverse realtà. La consigliera insiste anche sulla “necessità di iniziative per rivitalizzare i luoghi” e garantire una rete infrastrutturale più veloce. “Il Covid è forse stato ancora più grave del sisma perché non solo ha colpito il mondo intero ma ha portato anche al distanziamento fisico, mentre con il terremoto siamo stati tutti più uniti- sottolinea Palma Costi (Partito democratico)-. La consigliera, che ammette di aver vissuto direttamente tutto il processo sia come cittadina che come amministratrice per diversi anni, spiega che, dopo 9 anni, “la fatica ancora c’è ma dalla nostra parte abbiamo avuto cittadini straordinari e una comunità che ci ha permesso di raggiungere buoni risultati”. Per la consigliera si tratta “dell’ultimo miglio da percorrere”, per questo è importante concentrarci su alcuni punti focali. “Non tutto è in potere della Regione- spiega- ma è fondamentale anche la capacità delle amministrazioni locali e tutte hanno avuto e hanno diverse responsabilità nell’opera di ricostruzione”. Bene il supporto al personale, la misura del 110% e soprattutto l’attenzione al Documento Strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo 2021-2027. “Ci sono aree che più di altre hanno bisogno di pensare al futuro e utilizzare i fondi europei diretti ed indiretti può rappresentare una grande opportunità”. (Francesca Mezzadri)

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